FRATTURA CONSUNTA

di Maurizio Liverani

A Roma dicono “famme provà a ingarbujà st’ingarbuj”. A questa regola, in politica e nel giornalismo si adeguano un po’ tutti. A cominciare dai moralisti-zeppelin che si mostrano sorpresi per la candidatura a sindaco della Capitale di Alfio Marchini, nota già da diversi mesi ma tenuta in sospeso per arzigogolare articoli, commenti, pamphlet e tener desta la vitalità del giornalismo. Facile profezia anche questa: il ritorno di Silvio Berlusconi che ha sempre voglia di ricominciare. Vergognosetto di mettere piede a Roma, ritroseggiando alle lusinghe del palazzo, improvvisamente si restituisce autorevolezza chiudendo il fortilizio di FI; ma dando l’approvazione alla candidatura di Marchini. Abbiamo la conferma con questa “rentrée” di un’acuta osservazione di Ennio Flaiano: i nostri migliori attori li ignoriamo perché prendano altre carriere. Berlusconi sarebbe un ottimo Falstaff. Eccolo invece politico, padre nobile dei moderati; un liberale che non ha ancora fuso i suoi ideali di gioventù. Da qualche tempo, dopo il patto del Nazareno, presenta le credenziali positive anche verso chi gli è sempre stato contro. Il suo progetto mentale si riassume in una generale pacificazione; in questo suo muoversi nella politica dà le sue qualità migliori: la sicurezza che prima o dopo questa arriverà. E’ convinto che “lassù qualcuno lo ami”, mentre quaggiù sono in pochi, anzi pochissimi, anche nel partito d’origine che ha accortamente chiuso. E’ sicuro che il tempo lavori per lui se non “bisticcia” con Matteo Renzi. Nonostante tutte le traversie, dispiega i modi di un kaiser. In FI avrebbe avuto tutte le atout vincenti nel furioso poker della politica italiana e vivere di rendita per lunghi anni. Con l’arrivo di Renzi si pensava sarebbe giunta la sua fine invece è approdata in Italia una certa distensione. Adottando la barra dritta, le cornacchie non si sarebbero più divise tra sinistra e destra come sta avvenendo oggi. Ha ragione Pierferdinando Casini il quale sostiene che si è in attesa di qualcosa: forse la fine di tante diatribe. Ora i partiti, sia a destra che a sinistra, cercano come cani da tartufi personalità di spicco, come si dice, dalla società civile. Come dire che quella dei partiti non lo è.

 

Maurizio Liverani