di Maurizio Liverani
Scrive Emil Cioran in “Al culmine della disperazione”: “… Gli uomini dubitano giustamente di tutto, tranne che della morte. Ora, quella di GesĂą fu per loro la somma certezza… Chi non scende a patti con il diavolo non ha ragione di vivere, perchĂ© il demonio esprime simbolicamente l’essenza della vita meglio di Dio… Mi immagino un Dio oltremodo infastidito da questa umanitĂ che non fa che chiedere, esasperato dalla trivialitĂ della sua creazione, disgustato dalla terra come dai cieli…”. In questi concetti è riassunta tutta la perplessitĂ che domina gli umani a proposito della creazione nella quale, ad esempio, Giacomo Leopardi non credeva. Affermare che Dio non esiste è ormai diventato un gioco di societĂ ; c’è uno studioso che ne parla diffusamente negando il soprannaturale nelle conferenze regolarmente pagate. Si parla di ”automatismo del dubbio”, mentre di un credente non si dice mai che è caduto nell’”automatismo della fede”. Riferendosi ai testi sacri delle religioni preminenti, una scrittrice, atea, ci spiega come siano all’origine della discriminazione femminile dilagante. Per ricavare la certezza che anche la nostra Chiesa non sia piĂą sicura di nulla e che questo papa somiglia a una combinazione di astuzia e fortuna; ne è prova il chiacchiericcio sull’islamismo con affermazioni buone per tutti. E proprio perchĂ© buone per tutti, che molti vi vedono le trappole, i trabocchetti, gli specchietti per le allodole. Quando papa Francesco esortò a non combattere i migranti, sembrò essere dentro gli schemi dottrinali ufficiali. Questo, tre anni fa era il motivo dominante: non fate guerra a chi scappa. Ora, d’improvviso, esorta l’occidente a tener testa all’”orda” degli invasori. Con questa affermazione che smentisce le precedenti, il papa ha imboccato la strada dell’indeterminatezza in modo da non scontentare nessuno. Favorendo la secrezione accelerata del filo-arabismo. Un atteggiamento di grave debolezza che lascia privi di “bussola cattolica” i cristiani di tutto il mondo. Essere cattolici o non cattolici, ma cristiani non vuol dire chiudere gli occhi ma tenerli spalancati a scoprire e denunciare il male, senza preoccuparci se le condanne possono piacere o dispiacere. Papa Francesco si sconfessa continuamente, ma adopera questo cambiare opinione a fini tattici. C’è ancora chi se ne stupisce. Un tempo un pontefice che si fosse così contraddetto sarebbe stato considerato alla stregua di un voltagabbana. Questo, per il suo pensiero ondivagante, ha l’aria di un “prestanome”.
Maurizio Liverani