FUORI NORMA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

FUORI NORMA

I duellanti televisivi si abbandonano al baccano, allo sproloquio. Sono trasmissioni che ci riportano al “Mondo nuovo” di Aldous Huxley il quale vide l’umanità passare da “carne da cannone” a “carne da televisione”. Per questa strada si incappa nel nichilismo come si incappa in una malattia. Una delle conseguenze più penose del villaggio globale è di condurci verso la completa alienazione. L’informazione divora i suoi propri contenuti.

Palmiro Togliatti, per screditare André Gide che, dopo un viaggio in Urss, aveva scelto l’anticomunismo, portava sempre l’attenzione sull’omosessualità del grande scrittore francese il quale, nel “Corydon”, scrive che gran parte del “malaise” della nostra società e del “déréglement” dei nostri costumi viene dalla pretesa di bandire gli amori “fuori norma”, “indispensabili a una società ben regolata”. I gay avrebbero, a giudizio dello scrittore, anime sensibili e alti principi morali.

Lo scrittore Alan Friedman è stato messo in un cantuccio perché in un suo libro tratta di Silvio Berlusconi riconoscendogli qualità umane e modi civili; quelli che in adunate oceaniche di odio sono banditi.

L’automatismo del dubbio si è ridestato quando si ebbe notizia che Romano Prodi “evoca i morti con il pendolino”. Questa frase fu pronunciata da Giulio Andreotti quando si cercava Aldo Moro; più esattamente aveva detto: “Mi piacerebbe averlo questo pendolino per evocare Sturzo e farmi dare una quaterna”. Dopo che il cadavere di Moro fu trovato, si scoprì che l’illustre parlamentare era stato rinchiuso per molto tempo in via Gradoli a Roma. L’uscita di Andreotti rientrava nel novero delle gaffes oppure voleva gettare una luce di sospetto su Prodi che, con l’ausilio del famoso pendolino, indirizzò le ricerche a Gradoli sul lago di Bolsena.

L’impressione assai diffusa tra gli italiani è che si è dato per morto il comunismo, ma non sia ancora arrivato il tempo di sotterrarlo.
MAURIZIO LIVERANI