FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
GIORGIA LEADER MASSIMO
Chi interloquisce polemicamente nei talk show politici entra sempre in conflitto urlato e sguaiato con chi lo contraddice. Sembra che la modalitĆ di queste trasmissioni abbia il proposito, non dichiarato ma manifesto, non giĆ di chiarire ma di confondere. I toni sono cosƬ accesi che i dibattiti, estranei alle moderate controversie, invece di illuminare le menti cercano il clamore delle chiassate. Sere fa, a āPorta a portaā si sosteneva che i famosi milioni stanziati per gli italiani avessero raggiunto gli assetati approdi. In āDritto e rovescioā, chi avrebbe dovuto ricevere questi straordinari aiuti sosteneva di non aver ottenuto nulla minacciando di ricorrere alla violenza. Sul tema delle sovvenzioni europee ci sono molte versioni accompagnate da tenaci canzonature. Il Paese sembra votato alla neutralitĆ , ma ĆØ zeppo di animosi che gridano āalle armi!ā. Eā qui la dannazione dellaĀ Ā nostra televisione: doversi accontentare di quel che passa un governo screditato e dei rimbrotti delle reti private che interloquiscono polemicamente. Un intervento di Giorgia Meloni sancisce la superioritĆ della leader di Fdi. Con simpatica spavalderia ha fatto capire di aver trovato molte strade per intonarsi con lāattuale temperie politica cosƬ malridotta dal governo giallorosso che fa fatica a nascondere la propria pochezza. Riconoscere in Giorgia Meloni preparazione e franchezza sembra quasi una boutade; questa amabile leader si esprime sempre con calore, intelligenza, sinceritĆ . I temi che ha affrontato lāaltra sera, nella trasmissione di Paolo Del Debbio, sono quelli che affliggono chi lavora e le soluzioni proposte sono quelle attese da tutti. Non si tratta di un giudizio avventato, ma, di contro, di unāesatta esposizione della situazione economica, puntualizzando tutte le azioni āsciagurateā dei governanti.Ā Ā Dalle approvazioni ricevute se ne ricava la convinzione che, forse, non ci sarebbe nulla di sorprendente che sia arrivato il momento di questa dotata parlamentare. Possiamo definirla un buon esempio;Ā Ā altri, al suo confronto, somigliano a quelle cose inanimate di cui parla Theodore Rousseau: āFanno pensare ma non pensanoā. Intanto, nelle sue fantasticherie, il premier Conte si vede giĆ proiettato nellāavvenire, incurante che si discorra di lui come di un burocrate, alzando un poā le spalle. Molti italiani se ne sono resi conto e con grande piacere mandano al diavolo le sue āpulci ideologicheā. Purtroppo, resistono ancora residui delle morte ideologie; la stupiditĆ non risparmia a nessuno i suoi favori.
Ā MAURIZIO LIVERANI