di Maurizio Liverani
La partita è in corso e si gioca con questo centro-sinistra verso il quale la grande stampa e la televisione si comportano con buona grazia incredibile. Nel nostro Paese esistono censure di ogni tipo; la censura condizionante del grande capitale è la più subdola, occulta, insidiosa. Il volto “nuovo” della sinistra è sempre quello che mira a mantenere questa presa di potere non cruenta, fattibile soprattutto con l’ausilio del grande capitale e della Chiesa. Sembra una boutade. Non lo è. Se l’Italia va indietro tutta, se c’è chi cerca di intossicare gli animi con l’odio, se c’è la decadenza dello Stato cresce l’ira dei ceti medi. I giovani di destra ridotti al silenzio si ripropongono all’orizzonte facendo uso di un “modern-style”; si concedono al discorso civile, corretto e democratico, condannano i fallimenti mussoliniani e la prosopopea dei “noi tireremo diritto”. Mostrano di condannare l’antisemitismo ma di possedere straordinarie doti offrendo grandi aspirazioni e non piccoli cervelli come fa questa democrazia. A moltissimi italiani è subentrata la curiosità di indagare più a fondo nel passato e di non assecondare l’esecrazione dei nostri governanti ormai privi di ogni fiducia. Un governo cui manca il consenso della metà della popolazione è di fatto un regime. Si è installata nella nazione una sorte di revisione critica del passato, senza alcuna nostalgia dei giorni dell’ira. E’ una forma corretta, più civile della protesta emotiva che sorgeva dalle fila del Msi. Questa massa di giovani ha ormai compreso che la megalomania, come scriveva Bertrand Russel a proposito del capitalismo, non fa distinzione tra fascismo “nero” e fascismo “rosso”: due regimi che non hanno bisogno della fiducia popolare. Giovani, che con modi desueti, non ingiuriosi, appartengono alla generazione che prima di giudicare vuol conoscere e capire. Per esempio, diciotto o ventenni ti chiedono perché l’Italia nata dalla Resistenza versa lacrime sulla persecuzione ebraica dei nazisti, ma tace su quella stalinista; hanno ormai capito che per oltre cinquant’anni giornalisti illustri hanno imposto una coscienza astratta e vaga sull’antisemitismo del Pci. In mancanza di un sentimento diffuso antisemita la sinistra utilizza, subdolamente, i peggiori sofismi contro lo Stato d’Israele; secondo un atteggiamento equivoco che lascia privi di bussola morale. Simpatia e solidarietà per gli ebrei finché giovino alla sinistra; sospetto contro Israele, testa di ponte del capitalismo nel mondo arabo. Questi giovani vogliono notizie su tante memorie cancellate. Come la sorte toccata a centocinquantamila ebrei tedeschi rifugiatisi in Gran Bretagna e restituiti al Terzo Reich dopo il trattato di Monaco; concessione fatta da Chamberlain alle pretese di Hitler. Censura odiosa all’avvenimento che testimonia come gli italiani rischino sempre di essere raggirati e ingannati. Ecco perché diciamo che i giovani si accorgono di questi misfatti quando vanno a vedere opere come “Le mani sporche” di Sartre il quale aveva le idee chiare sulla Realpolitik del partito comunista in cui la prima regola è la logica conseguente: il cinismo. Questi giovani vogliono la conferma di ciò che hanno appreso sulla storia passata.
Maurizio Liverani