di Maurizio Liverani
“Intellettuale guastatore” è diventato improvvisamente Ferruccio De Bortoli. In un editoriale del “Corriere della Sera” del 25 ottobre, si stacca dal drappello dei “moralisti strofinaccio” riconoscendo a Matteo Renzi l’urgenza di aiutare finalmente i poveri e gli affamati. Da editorialista figurante – addetto a muoversi tra i soliti opinionisti sempre illimitatamente contro la “deriva autoritaria”, ripetutamente denunciata da Silvio Berlusconi strenuo difensore del “no” al prossimo referendum, dopo aver sostenuto il contrario – è passato tra i sostenitori del “sì”. O ha capito che la parte sana del Paese voterà a favore o si ripromette di essere riassunto quale direttore del “Corriere” che sul fronte del referendum ogni giorno dimostra di avere le idee confuse. Stoltamente si erigono a paladini della democrazia uomini da poco, convinti che per fare grande politica bisogna complottare con i poteri forti. Unico modo, come diceva Saragat, per tenere lontano “un destino cinico e baro”. Molti, a Montecitorio, timbrato il cartellino tornano indietro per dedicarsi alle delizie dello shopping e dell’intimità. Quelli che restano schiumano rabbia, fanno le parole crociate e ogni tanto compiono atletici salti dei banchi. Il “sì” rappresenta per loro un pericolo: non essere rieletti. Questo spiega perché i moralisti-zeppelin continuano a invecchiare tra i banchi come Cirino Pomicino che puntualmente si fa trovare nei talk show a dare stantii consigli da virtuoso moralista; non ha ancora pronunciato la famosa espressione “deriva totalitaria” ma teorizza sul peggio che ci attende. Pratica la respirazione bocca a bocca ideologica per impedire ai vecchi di non annegare nella delusione, rimettendo tutti gli sdegni alla prova di un unico criterio: Matteo Renzi è il nemico. Ma lo scettro ideologico dei vecchi sarà impugnato da Ciriaco De Mita, democristiano dai tempi di De Gasperi, oggi pidiessino con Renzi, con il quale duetterà in uno dei soliti show. Pomicino e De Mita sono ironicamente definiti uomini di grande “plus valore”.
Maurizio Liverani