di Maurizio Liverani
“A pensar male è peccato, ma non si sbaglia quasi mai”, avrebbe detto, vedendo Sergio Mattarella capo dello Stato, chi non lo apprezza in quanto incarnazione del tentativo di chiudere la “breccia di Porta Pia”. E’ chiaro che è una boutade, un’invenzione. Soltanto i Neo-guelfi sono d’accordo con questa ipotesi. Il proclama della confraternita si augura che il fallimento dello Stato italiano porti alla rinascita dello Stato pontificio. “Noi lotteremo – affermano – con coraggio e con fermezza per la restaurazione del potere temporale dei papi. Lo Stato laico deve essere una parentesi della storia d’Italia!”. Probabilmente lo stato di confusione in cui si trova il Paese può far sospettare che ci sia qualcuno che assecondi i disegni del Vaticano. Speriamo che questi disegni non collimino con quelli dei Neo-guelfi. “Date a Dio quel che è di Cesare!”, è il loro programma che invita a “combattere gli ideali del Risorgimento perché, dopo tutto, lo Stato laico è riuscito a sovvertire l’ordine”. Per arrivare a questo bel proposito i partiti, inconsapevolmente, darebbero un gran contributo. “Vogliamo affidare ai gesuiti incorruttibili una polizia capace di perseguire con lena spietata la soppressione di ogni democrazia”. L’invito si conclude con questa raccapricciante invocazione: “Abbasso i lumi della ragione! Viva la Santa Inquisizione che accompagnerà ai Sacri Roghi i bardi del caos partitocratico in quanto maledetti epigoni di coloro che, volendo fare l’Italia, hanno invece avvilito il Genio Latino interrompendone la grande vitalità conquistatrice”. Che Sergio Mattarella sia un Neo-guelfo? Contro noi ghibellini in un’Italia disunita come non lo è mai stata, è un’ipotesi avventata, ma se le cose andranno di questo passo potrebbe avere un fondamento. L’Italia potrebbe conoscere tra tani guai anche questa iattura. Siamo certi che gli italiani non si stupirebbero affatto; siamo un popolo così disincantato che troveremmo divertente che il potere laico passasse in mani religiose. Ci sono non pochi motivi per sospettare, ad esempio, che Oscar Luigi Scalfaro, quand’era presidente, volesse succedere a se stesso con l’ansia di servire, nell’anno del Giubileo, il disegno dei Neo-guelfi. In questi anni a molti italiani sono venuti cattivi pensieri; apparteniamo a una generazione allevata con il pane e il lattuccio del compromesso. La stampa lo farebbe apparire come la quarta o quinta “rinascita”. Gli ideali patriottici sono caduti. Il dogma dell’”Immacolata concezione”, celebrato ogni anno, fu confermato con i patti lateranensi firmati da Mussolini nel 1929. Suscitò, per reazione, un grande movimento anticlericale e antipapale. Con l’aria che tira sarebbe bene che Mattarella dal Quirinale indicasse chi deve governare il Paese confermando la laicità dello Stato. Il clero è oggi un luogo destinato alla farsa. E’ difficile impregnarlo di colpo di intenzioni restauratrici, tuttavia, vellicato da tanti elogi, papa Francesco si chiederà: “cosa ho fatto per meritarli?”
Maurizio Liverani