GUIDE IN ATTESA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

GUIDE IN ATTESA

Giuseppe Dossetti ha definito la democrazia “L’arte di opprimere il popolo da parte del popolo nell’interesse del popolo”. L’illustre prelato, trasformatosi in politico, sottintendeva come la democrazia degeneri spesso in una sorta di tirannia.

Lo spirito della divisione soffia nel compatto – si fa per dire – fronte degli ex comunisti. C’è chi ha pensato di sostituire il refrattario Giuseppe Conte con Enrico Letta. A noi non interessa tanto accertare la fondatezza di questa informazione. il nostro Paese è stato sempre prodigo di leader che da schiappettine diventano, in un batter di ciglio, importanti uomini di Stato.

Al posto di Conte doveva esserci Paolo Gentiloni. In tanti lo volevano, convinti che da lui c’era da aspettarsi un’impennata. In Italia, di Romano Prodi, di Matteo Renzi, di Giuliano Amato ce ne sono tanti ma di Gentiloni no. Con lui si delinea chiaramente una figura che, prodottasi in periodi di inconcludenza, diventa improvvisamente la “guida tanto attesa”; l’espressione di una esigenza di un uomo medio che, non per calcolo o per ragionamento ma per bisogno di attenersi alla realtà, si rivela l’uomo giusto al posto giusto. Nell’universo politico italiano è sempre stato un “candido” cui si riconosce il merito di non aver alcuna attitudine agli intrighi. In verità , Gentiloni è il prodotto sano e opportuno di una ribellione al clima generale di disfacimento.

La sfiducia, che in questo momento ha un alto tasso di ascolto, porta Luigi Di Maio alle soglie dell’auto promozione a premier. E’ qui la dannazione della nostra Italia: doversi accontentare di quel che passa il convento. Di Maio si propone perché si ritiene dotato di quelle qualità che dovrebbero indurre all’entusiasmo, convinto che solo lui possa recitare la commedia del leader supremo. Ha aspettato troppo tempo per rivelare le sue ambizioni come un pollo rimasto a frollare al gancio dei suoi interessi. Oggi sembra un sopravvissuto. 
 
MAURIZIO LIVERANI