FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
I CAPRICCI DEL TOTI
“Gli opportunisti – scrive Emil Cioran – hanno salvato i popoli; gli eroi li hanno rovinati”. Quindi, è inutile gettare ridicolo e fango contro Giovanni Toti; una figura che può essere utile sia a destra che a sinistra. E’ entrato in politica tuffandosi nell’alta devozione per Silvio Berlusconi; poi, da qualche tempo, ha rivelato un’attitudine a “scelte di fondo”, mettendo di cattivo umore Mara Carfagna. Il trasformismo è una risposta che Toti vuole adottare non per cambiare casacca ma per fermare la decadenza di Forza Italia e lo sfacelo che legge dentro i liberali. Nel berlusconismo ha scorto segni di declino e nei tempi di declino un partito può reinventarsi. Definendo Berlusconi “il più grande statista che sia mai esistito”, il leader russo ha messo Toti nell’ottica giusta; contemporaneamente, Mara Carfagna lo ha convinto a tornare sui suoi passi. Partito come un comandante in seconda, Toti è diventato l’ago della bilancia, dopo aver lottato a lungo contro la propria inferiorità di rango all’interno del partito. La vera ambizione del governatore della Liguria è di avere la statura di un politico di razza.
————————————————
A suscitare scandalo, oggi, è la configurazione forzata delle notizie, la loro presa in ostaggio dei mezzi di comunicazione per mistificarle.
Il monopolio dell’informazione ha ridotto quasi tutti i giornalisti al silenzio. Questa conquista del potere non comporta violenza.
I giornali additano all’esecrazione soltanto alcuni personaggi con una vergognosa propensione a stendere un velo su ben più gravi accadimenti.
Gli organi di stampa trovano gravoso assumersi la responsabilità delle calamità che affliggono l’Italia.
Alla cultura del lamento le torre campanarie dell’informazione sono predisposte sin dalla culla. Il ritornello riproposto ora, con aria contrita, è che l’italiano non risponde.
Il dogma di destra al posto del dogma di sinistra ha portato a una sorta di strabismo editoriale.
Quel che più sconcerta è la regola del giornalismo impegnato a blandire e a offuscare.
La stampa non soltanto si rifiuta di parlare di fallimento ma si balocca in eufemismi ricoprendo le piaghe e le cancrene quasi che, smascherandole, guarissero.
Il consenso e il dissenso sono anch’essi egemonizzati.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)