E’ il tempo delle belle promesse. I “Cric e Croc” della nuova politica saranno costretti a passare e ripassare i loro collaboratori (ministri, sottosegretari, ecc.) ai raggi X per stabilire se siano abbastanza onesti per far parte del nuovo governo. Nei precedenti bisognava avere una magagna, il cosiddetto “scheletro nell’armadio”, in sostanza una colpa che, nel momento opportuno, consentisse, con la regola del ricatto, il loro allontanamento o la loro conferma. In tutte le componenti dei governi che si sono succeduti si è avvertita la necessità di sottoporre i candidati a questo esame. Ai nuovi sarà richiesta moralità; se poi siano o no capaci di fare una buona politica è un discorso secondario e sul quale si può sorvolare partendo dalla premessa che la politica verrà dettata da “poteri occulti”. Per una crisi c’è chi bacerebbe la statua di san Gennaro, da qualche tempo protettrice degli strozzini; una crisi che gli permetterebbe di tirar fuori dal suo calamaio alcune frasi belliche come “la gioiosa macchina da guerra”, che è il modo di vendere baggianate per verità; perché senza il fumismo e il confusionismo della politica, i politici estromessi non avrebbero potuto vantarsi di vincere neanche una partita a “scala quaranta”. Dunque, con Salvini e Di Maio entrerebbe nella politica una moralità sinora sconosciuta. Per il momento questa è la sola destrezza promessa da “Cric e Croc”; in essa dovremmo vedere i segni della rinascita. I due leader vogliono convincere gli italiani che non si smarriranno – per colpa degli “scheletri negli armadi” – nella storia del Paese. Credono di avere buon gioco e tenere in scacco, con le loro pompose analisi, quanti hanno tendenza a foraggiarsi illegittimamente dalle casse dello Stato. Sono convinti di poter inaugurare, anche in Italia, l’era della buona amministrazione. Dispettosi per natura, i divi dell’economia già li mettono alla berlina; gli arcigni professori, che con le loro teorie sballatissime hanno logorato la nostra di economia, sembra abbiano assunto l’incarico di dimostrare come la politica sia un’attività nella quale non occorre alcuna preparazione. Di Maio soprattutto, seduto sul suo socratico pensatoio come nelle nuvole di Aristofane, è superstiziosamente ascoltato da chi gli è accanto come consigliere aulico. Sarà difficile ai nuovi “furbetti” rendere invisibili le loro ruberie. La pretesa di moralizzare la politica è un miracolo; “Cric e Croc” sono convinti di averla in eccesso. L’interruzione drammatica di questa legislatura ha perlomeno reso chiaro a tutti che un gruppo di corrotti ha continuato imperterrito a corrompere. Si è voluto far credere, con l’incriminazione di qualche ingenuo, che un’epoca stesse per finire e che se ne potesse cominciare un’altra. Con “Cric e Croc” c’è un forte intento di redenzione; con la tecnica della correzione degli errori hanno arpionato l’attenzione degli elettori. La vera forza dei due sta nel fatto che non si sa esattamente chi siano; per il momento sappiamo che sono abili nell’esaltare i principi, scambiandone l’esaltazione con la sublimità degli stessi.
Maurizio Liverani