di MAURIZIO LIVERANI
I PARTITI E LA PAURA
Nessuna differenza distingue i partiti politici; sono tutti strumenti di potere, salvaguardia di interessi economici e di privilegi inveterati.
I partiti si moltiplicano per scissione. Devono essere numerosi. Non hanno un buon odore, ma sono pittoreschi.
I partiti che non riescono da sempre a separare l’attività politica da quella bancaria, in vista delle elezioni, si combattono con singolare cattiveria, risvegliando il mai sopito odio delle frange estreme.
I partiti italiani sono maestri nel gioco delle equivalenze.
Assuefatti alla universalizzazione della colpevolezza, i partiti si sono assolti tutti.
Nei partiti le personalità più in vista pretendono di essere le sole depositarie del più genuino e puro spirito della coalizione che rappresentano. Nella realtà è tutto il contrario: è di tale natura la paralisi dei partiti che i notabili si fanno gran lotta per conquistare i vertici, ingannando al base.
Purtroppo, nella teglia dei partiti sfrigolano ancora le stesse figure che hanno fatto perdere agli italiani ogni interesse per la vita politica.
I partiti italiani scelgono i loro uomini non per i loro meriti o i loro titoli ma per la capacità innata di rifornire il partito di denaro.
Si parla tanto di “catastrofe”, di “baratro”, di “fine”; in verità, sfruttando allarmi ripetuti e ben confezionati, si cerca di tenere ben desta la “paura” perché si possa riciclare tutto l’armamentario politico economico del passato.
MAURIZIO LIVERANI
(Dal libro AFORISMI SOSPETTI di Maurizio Liverani)