I PEGGIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

I PEGGIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA

Si può parlare di politica con questi nostri governanti che siedono a Montecitorio senza pensare all’agonia? Si capisce la politica italiana solo a patto di sentirla come un’agonia prolungata in cui i politici di professione sguazzano sull’orlo dell’abisso. La muffa della decomposizione si è annidata dietro i simboli dei vari partiti formando una classe dirigente che non sa dirigere un bel niente. Dando vita a un governo che ogni giorno decreta l’allontanamento dei cittadini, soprattutto giovani, dalla politica. Giuseppe Conte segue un percorso sul solco della vecchia tradizione fallimentare iniziata nel dopoguerra. Fuori dal Parlamento, da anni, si scorgono i sintomi di un’avversione così palese che gli interessati hanno il torto di non preoccuparsene. Con Conte premier il partito democratico tenta di recuperare fiducia e combattere il fastidio e l’irritazione. Lo standard degli onorevoli è quello di rifarsi a modelli; chi si sente Andreotti, chi Craxi, chi Moro, non già per il proprio corredo di idee ma per la platea, come se l’inserimento nell’ambiente di Montecitorio basti da solo per compiere azioni di più alto significato. Non altrimenti si può spiegare l’assurdità di personaggi come Di Maio che al loro attivo non hanno ascritto nulla di importante (non un saggio storico-politico, non uno studio, non un’impresa) ma ricoprono elevatissime cariche. Nel momento in cui il governo delude gli elettori, gli alleati “di comodo” aprono un fossato il più profondo possibile con Matteo Renzi. Si tratta di un vero e proprio ultimatum; un “aut aut” abbastanza ignobile ma ammannito come consiglio per salvare l’Italia, diafana fino a rimanere un niente tranne il sogghigno che si intravvede sul volto del premier. Gli italiani hanno bisogno di verità concrete, di muoversi con autorevolezza in questo clima da “fine del mondo”. Il regime attuale per sussistere adopera molti mezzi di ricatto; con noi arrivano gli aiuti europei, senza di noi l’avvenire è incerto. Il sospetto che si stia precipitando non sorretti da alcuna certezza è allontanato con questa ingente “regalia”. Nulla ci è più chiaro in anticipo con partiti che cercano di imporre illusioni di stampo politico e spirituale.
 
 MAURIZIO LIVERANI