di Maurizio Liverani
Tornare perentoriamente a galla è la massima aspirazione degli ex democristiani collocati in gran numero nel Pd e nel nascente partito neo berlusconiano. Tempo fa un illustre editorialista dava atto a un democristiano di aver riconosciuto nell’allora presidente del Consiglio un forte contributo alla democrazia cristiana. Quando era in vita la Casa delle Libertà chi vi apparteneva operava molto per la riabilitazione della stagione democristiana; si tentava una riedizione della vecchia Dc con una “flebo” di imprenditorialità. Si confidava nella società globalizzata che manda all’aria tutte le ideologie ma non si dava importanza al pericolo che essa renda collaterale il potere della fede. I politici di professione non riescono ancora a far bene i conti con questa realtà. I padri nobili, sopravvissuti all’”apparente” fine della stagione democristiana, si limitavano a essere dei grandi istrioni. I micro-leader abbondavano ma non riuscivano a capire la nuova realtà politica. In queste nascenti formazioni la competizione, anziché verso la sinistra, si svolgeva aspra all’interno delle stesse coalizioni. Con il colpo di mano del Pd si avvantaggiò il non eletto Matteo Renzi che trovò i più accaniti avversari dentro il suo partito. Si era nel clima di un “embrassons nous”, alla vigilia, cioè, dell’inciucio. Ma c’era anche chi pensava alla riedizione della vecchia politica, senza la quale i democristiani diventano gli ascari della sinistra. I partitini, come i cani da pagliaio, dopo essersi comportati con docilità per troppo tempo, stanchi di essere considerati dei cuccioli, sospinti dalle solite forze occulte che, grazie al denaro, maneggiano giornali e televisioni, hanno aperto il varco a nuove formazioni non disposte ad adattarsi alla volontà del governo di sinistra. Salvini e Maroni, tecnici del ramo arrivistico pur non avendo nulla di demiurgico, sfruttando il malumore di moltissimi italiani verso Renzi, hanno coalizzato un gran numero di scontenti. Stanco, con tutta la sua verve, di vivere l’esistenza spirituale del clown, Grillo ha afferrato al volo il momento; con i suoi strilli ha marchiato a fuoco la speranza che il momento delle 5stelle stia arrivando. Sollevato il ditino ammonitore, ha enunciato: “io sono ancora con voi”. La presenza di un Papa super attivista consiglia i grillini a conferirsi una connotazione mistica che fa sorgere, in chi rimpiange la Dc, una animalesca felicità, un ritmo festoso. I vecchi marpioni del partito di De Gasperi vorrebbero invece gettare Grillo nella teglia della politica con il proposito di farlo bruciare fino a renderlo inservibile. Per non attenuare l’egemonia della sinistra si sono posti nuovi sponsor nella Rai; teleopinionisti che proteggono la “razza” dei rossi ghiotti di poltrone. Il nostro Paese è dominato da anni dalla stessa egemonia; il cambiamento è già abortito in un inciucio.
Maurizio Liverani