Cinematografia clonata; continuano a riprodursi film mentre l’idea del cinema che li accompagna è da tempo scomparsa.
Un regista vale l’altro; nessuno che abbia uno stile inconfondibile.
Vanno direttamente al sodo, all’erotismo, come fondamentale conduzione dell’esistenza: argomento serio sul quale, da noi, non è mai stato fatto un discorso veramente liberatorio.
Continuando su questa strada il connotato del futuro cinematografico sarà una copia del presente. E allora “requiem” per il cinema-cinema.
Annunciando che il nostro Paese ha perso tempo perché ha dimenticato il cinema e ha scelto la televisione, i ministri hanno incentivato, ingenuamente, film destinati proprio al piccolo schermo.
Un mestiere prodigo di pesanti stanchezze, quello del critico, è ormai diventato inutile.
Quando investe il proprio denaro, il produttore pensa al “ristorno”, all’imposta sugli spettacoli e spadella film scacciapensieri; quando attinge alle case dello Stato, non lesina. Un esempio: il famoso, bellissimo “La voce della luna”, 1990, di Federico Fellini ha incassato seicento milioni ma è costato alla Rai trenta miliardi di vecchie lire. C’è da dire che lo sceneggiatore non era Ennio Flaiano…
Il livellamento verso il basso, voluto dai “kaiser” delle televisioni, ha portato sul video il degrado.
Non c’è da meravigliarsi che il cinema straniero non abbia, per molti anni, riconosciuto il merito al nostro cinema e lo abbia depennato dai festival.
La diva si dibatte disperatamente in un universo senza risposta, quello dell’indifferenza sessuale.
Da mito, Brigitte Bardot non ha paura di trasformarsi in una donna avanti negli anni ma miracolosamente giovane nello spirito.
La comicità di estrazione televisiva sul grande schermo si spegne e si corrompe.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri di Maurizio LIVERANI)