di Maurizio Liverani
Lo spirito della divisione soffia, più che non si creda, nel “compatto” -si fa per dire- fronte delle sinistre. C’è chi pensa di sostituire Pisapia con Prodi il quale può tentare nuovamente un grande balzo; una trasformazione che ricorda la metamorfosi del personaggio di Kafka in scarafaggio. A noi non interessa tanto accertare la certezza di questa informazione. Il declino di D’Alema e Bersani avrebbe potuto favorire l’ascesa di Anna Finocchiaro, donna avvolta da un alone di altera e sdegnosa dogaressa che sa essere impetuosamente lucida nei suoi interventi polemici e amabilmente conciliante, se il momento lo richiede, con amici e avversari. E’ la vivente testimonianza che le donne in politica oltre che un’anima hanno spesso una volontà intelligente. Si è imposta all’attenzione da quando ha superato le “resistenze interiore”; quando si è scoperto che qualcosa di burrascoso e provvisorio serpeggiava nel partito dove primeggiavano uomini incapaci di recitare la commedia dei leader. Da quando il rosso è sfumato in rosa (soluzione che potrebbe essere considerata più vantaggiosa) i maschietti si sono rivelati “compatti” soltanto nei loro rancori. La Finocchiaro è sempre stata stimata dalla base; non è una super donna nel senso odioso della parola. Ha sempre rifiutato le posizioni demagogiche, sa mettere bene a punto le sue idee e i suoi interventi. Le donne in politica, sia a destra che a sinistra, quasi sempre senza parere, vanno scrivendo una bella storia nella vita parlamentare italiana. La onorevole si è conquistata senza intrighi la propria legittimità; tende a arginare, o almeno a rendere meno rissosa, la distanza dei due tronconi del Pd, vero oppio politico italiano. Gli esperti delle bricconate della sinistra non riescono a spiegarsi il grande successo, oggi declino, della Finocchiaro. La spiegazione è evidente; nel caso di questa onorevole l’eleganza messa accanto al merito fa come lo zero a destra di qualsiasi numero: ne decuplica il valore. Non riuscendo ad arrestare l’arrendevolezza dei cattivi compagni al tanto peggio tanto meglio pare abbia deciso di por fine alla sua esperienza di donna politica.
Maurizio Liverani