IL CIMAROSA DELL’ECONOMIA

di Maurizio Liverani

Sta per uscire una nuova edizione di tutte le insulsaggini di questa democrazia. Nel ciarpame degli economisti in settantasette anni di potere democratico (si fa per dire) ci si sdegna solo ora che il più “bravo”, Paolo Savona, abbia ottantadue anni, esente da vizi grossolani e, contrariamente agli altri colleghi, nell’attuale situazione non vede alcun Robespierre all’angolo di ogni via. Non appartiene allo statuto dei salotti, non è perennemente indignato contro i politici, capaci di produrre uno sconquasso al giorno. Oltre che tra le cifre, dove si muove con grande disinvoltura, per arrivare al piacere dello spirito va in cerca di Hayden con la sua sublime armonia. E’ la dimostrazione che la legge dei numeri si accompagna con un affratellamento poche volte ricordato ai logaritmi e a Mozart; possono andare a passeggio insieme. Era evidente che nel serraglio del parlamento, pur riconoscendogli talento, cioè appartenente alla società dei grandi intelligenti, l’età destava allarme. I più avveduti bisbigliavano che Paolo Savona è il Cimarosa degli economisti. Primeggia tra i numeri pensando esclusivamente alla musica; appena si mette a scrivere pretende di fare belle frasi in un italiano squisito. Alla sua età è verboso come Cicerone; conosce i toni e i semi toni come i calcoli più complicati. Non ha interesse a farsi comprare né a vendere posti; nei suoi occhi ardenti si leggono fierezza, ingegno e acume. E’ stimatissimo da Mario Draghi e ci meraviglia che nel nuovo governo non gli abbiano assegnato il ministero dell’Economia. La truccheria è questa: eccelle sia come assertore della giustizia giusta e svetta come economista dello stampo del compianto Guido Carli. “A ottantadue anni non ho certo voglia di dedicarmi all’attività tangentistica. Mi sta a cuore l’avvenire dei miei simili italiani anche se a volte sono veramente scapestrati”. Un talento economico così avrebbe dovuto raggiungere i più elevati onori politici. La spiegazione che dà delle manovre economiche di questo governo raggiunge i più elevati riconoscimenti. Per tenerlo ai margini, chi lo teme insiste sempre nel dire che “va per i novanta”. Non potendo dirne male dicono che sbadigli se si parla dell’Unione Europea. Un grande merito che lo ha dirottato verso il ministero per gli Affari Europei. E’ da anni che considera la politica un ammasso di bugie da rispettare; anima generosa e tenera, è “in scena” per aiutare, lui sì, il Paese. Il primo a intuirne le qualità politiche è stato Silvio Berlusconi che ha bisogno di essere circondato da personalità originali con sempre nuove attrazioni. Savona rispetta Dio, giacché anche Dio può avere del credito comodo per il Paese che ama. Dimostra di essere ancora troppo sveglio, non pensa alla propria gloria, ma da sardo vuole rimpiazzare l’insipienza dei continentali. L’amor di patria gli è stata trasmesso, con le proprie passioni, da splendidi genitori; non fa alcuno sforzo di mettere la sua testa al galoppo. La sua inclinazione attuale è di avere il coraggio di concepire soluzioni economiche che gli avanguardismi proposti dai vari governi non saprebbero raggiungere. Vuol continuare a vivere con un cuore civile, con carità disinteressata. Il caso, ancora una volta, probabilmente con lui ci viene in aiuto.

 Maurizio Liverani