IL CONTE NON ELETTO 

FATEMELO DIRE

di MAURIZIO LIVERANI

IL CONTE NON ELETTO 

Per la prima volta l’Italia ha come primo ministro un non eletto scelto in accordo tra i vincitori delle elezioni, con l’avvallo del Presidente della Repubblica. Abbiamo la clamorosa conferma che la nostra classe politica è inadatta a partorire un capo dell’esecutivo scelto direttamente dal popolo. Conte si è presentato come un clinico con la valigetta del pronto soccorso. La marmaglia dei vincitori è percorsa da una tale ostilità reciproca che, per evitare una apocalisse elettotale,  ha    scelto un signorino elegante, con buoni studi alle spalle, che nella vita, prima d’ora, ha svolto funzioni che niente hanno  avuto a che fare con la politica. Ora, se le cose vanno male, da questo elegante borghese potrebbe scaturire “il buon tiranno”. Tutti possono gridare vittoria, soprattutto Salvini che, al solo ventilare un sconquasso dell’esecutivo, può decidere di trasformare il premier in dittatorello, privo però di tessera di partito. Conte invece non vuole ergersi a protagonista di questa sconclusionata politica che l’Italia vive. Si accontenta di essere dotato di un buon eloquio, di baciare sulle guancie la Merkel e di non essere catalogato né di destra, nè di sinistra. Che non sia un politico di professione lo si deduce dal fatto che emana sempre un buon odore.

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La commedia del comunismo sol dell’avvenire non è più inscenata. È da anni che non incanta più le nuove generazioni.

La fine del Muro invece di aver affossato un’ideologia, basata sull’odio e sulla sopraffazione, l’ha moltiplicata in tanti ideologismi affini che conducono a fissare gerarchie e privilegi.

Oltraggiosamente imbellettati di “democrazia” per adescare adesioni, i partiti conoscono la grande cilecca.

È dei partiti parassiti la diatriba “destra” e “sinistra”; la loro fantasia creatrice è sempre chiusa nel guscio dei signori delle tessere.

Chi non sentenzia ma si esprime tenendo viva la fiammella del dubbio è sempre un personaggio che conosce le “isogone” e le “isobare” della democrazia.

La “nouvelle vague” dei cospiratori è elegante, spiritosa, frequenta crocicchi televisivi.

Gli italiani, per il momento, sono attestati sulla perplessità.

MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani