Far credere che con la caduta del fascismo si sia passati da un’epoca a un’altra è pura furfanteria; il fascismo è la “forma mentis” dell’italiano medio.
La destra aumenta i suoi gemiti, la sinistra non “sgozza” ma mantiene i suoi poteri. L’apparente pacificazione ha allargato l’egemonizzazione della sinistra. Zero idealità.
Chi esorta a essere migliori di quello che siamo incorre nel ridicolo.
L’ago della bussola volge – in vista di nuove elezioni – verso il “non voto”. Il politico è giunto a tale punto di declassamento che è difficile distinguere chi è di destra e chi di sinistra. Il repertorio polemico non sfugge all’insidia della muffa.
Il conformismo, in Italia, cambia solo di colore, non la radice.
In Italia, chi dia segni di essere utile al Paese, e non soltanto al proprio tornaconto, è visto come il fumo negli occhi.
Per capire cosa frulla in testa ai bietoloni di sinistra si dovrebbe ricorrere alla psicanalisi. In certi momenti soffrono di “regresso ad grembum” che consiste in una disposizione, più o meno inconscia, di ritorno al passato.
L’ “ondata” grillina, già nelle prime mosse, tradisce una somiglianza con gli sconfitti.
La parola d’ordine è di intiepidire gli allarmi che lo vogliono conduttore di uno show politico autenticamente liberale.
Ricordiamo una boutade di Mino Maccari: “E’ così progressivo che in due minuti ti porta via il portafoglio”.
AFORISMI TRATTI DALLE OPERE LETTERARIE E DAGLI ARTICOLI GIORNALISTICI DI MAURIZIO LIVERANI