- di MAURIZIO LIVERANI
- “Sono in altre mani, affrancato da ogni dovere di decidere di me stesso, liberato dalla libertà”. Stiamo assistendo a una messa in scena inedita sulla scena politica italiana. Nel governo a tre teste che presiede l’Italia tutto è predisposto perché nell’ordine gerarchico Giuseppe Conte oscuri, giorno dopo giorno, i suoi compagni di cordata. Le televisioni pedinano Conte con il proposito di renderlo sempre più gradevole agli italiani, sorpresi che a un “solo” capo di governo venga dato tanto risalto sia con le immagini che con le parole. Se ben ricordo, mai in una stessa giornata un personaggio, a meno che non sia stato un comunista o un democristiano, ha avuto tanto risalto. Non è mutato il rapporto gerarchico, ma quello mediatico; più primi piani di Conte, inquadrato anche in circostanze insignificanti, e regressione, telegenicamente parlando, di Salvini e di Di Maio i quali, accortisi del trucco, vivificano la loro importanza politica apparendo qua e là, accendendo discussioni e dibattiti. E’ chiaro che tutto ciò non sia casuale; si vuole arrivare al momento in cui si dovrà orientare l’elettorato verso uno dei tre. Luigi Di Maio, di sua iniziativa, ha guadagnato molta attenzione tra giudizi positivi e spregiativi. Il prontuario dei suoi interventi è stato preparato con cura e ha messo nel conto anche qualche scherzetto che tenda a relegarlo non come prima scelta. Matteo Salvini a questi sgambetti non dà alcuna importanza perché ha un seguito travolgente rispetto agli avversari. Contenendo l’irruenza, dà ai suoi irosi interventi cadenze che tradiscono una cautela per lui inusuale; il volto teso e il linguaggio ironico ci dicono che è sempre pronto l’esplosivo polemico. Di Conte ora sappiamo tutto; a chi vorrebbe la rissa risponde con un sorriso; dialoga polemicamente e non vuol superare il limite del bisticcio, invitando l’interlocutore a fare una passeggiata. Di Maio, in questo “torneo”, ha il torto di comportarsi bene, convinto che gli italiani siano per le buone maniere. Negli ultimi tempi ne è meno convinto. Passano i giorni e possono cambiare anche le strategie. Conte guadagna punti, ma non supererà mai Salvini, il solo sicuro di essere la guida inamovibile nel governo. Per molti, queste schermaglie possono rivelare una sorpresa: l’invito a sciogliere le righe.
MAURIZIO LIVERANI