di Maurizio Liverani
Quale democrazia ci aspetta? La sperata e ricercata conquista del potere è sempre stata, nel dopoguerra, per gli allievi di Marx molto prossima. Il tempo ha dimostrato che è un puro abbaglio. Mentre gli iscritti, frequentando sezioni e cellule, si venivano persuadendo che questa convinzione non trovava conferma proprio nella gran massa degli ex compagni. Perché il partito si mostrasse robusto, anche quelli molto scettici hanno continuato a sostenere un fantasma: ora dandogli i caratteri maoisti, ora i modelli castristi. Il modello cubano, pur conservando connotati sanguinari, è stato ripetutamente dichiarato, dagli stessi castristi, in progressiva liquidazione. Un vero comunismo cui adeguarsi, in verità, non è mai esistito. La sua sopravvivenza è servita agli Stati Uniti per intensificare la politica degli armamenti con il pretesto di un “nemico di comodo”, sempre pronto a colpire. Solo da noi questa minaccia aveva poco presa perché gli italiani, a quattrocchi con questo ipotetico nemico, si sono resi conto che si trattava di un pericolo di “pasta frolla” retto da un machiavellismo parolaio, ma autenticamente mafioso. Negli anni, questo baubau si ingigantiva per camuffare una dottrinella sempliciotta. I capataz avevano questo solo appiglio per definirne la pericolosità. La Chiesa ha retto questo gioco per intimidire gli italiani; era dovere del credente combattere una dottrina che Marx, buontempone, ha battezzato “oppio dei popoli”. L’inconsistenza dei residui comunisti rendeva superfluo questo anticomunismo della Chiesa. Non c’è bisogno di alcuna accesa campagna ateista; basta lasciare che i due “oppi” dei popoli, uno falce e martello e l’altro fideismo sfibrato, si estinguano da soli. Partendo da questa convinzione, Aldo Moro cercava di propiziare il pateracchio clerico-comunista. Viene il sospetto che, escludendolo, abbiano voluto appropriarsi del suo progetto di distensione per orientarlo verso un fine super capitalistico. La soluzione scelta, quella di sopprimere Moro, derivava dalla diffidenza dell’occidente verso di lui.
Maurizio Liverani