IL MARE MAGNUM DEI GARBUGLI

FATEMELO DIRE

di MAURIZIO LIVERANI

IL MARE MAGNUM DEI GARBUGLI
Il pensiero di Enrico Berlinguer, “sotterrato” nel congresso Ds nel 1996, sopporta la riposante dolcezza dell’oblio nonostante il suo discepolo, Walter Veltroni, esiga, con un filo di voce, che la sua opera sia giudicata attuale. L’ex segretario adotta questo stratagemma per proporsi quale leader del partito degli ex, il Pd. in questi ultimi tempi è stato un po’ fuori dai ranghi, da isolato e un po’ da bravaccio; con gusto esibizionistico, ritiene scelta errata quella del “prodismo” per arrestare l’inevitabile declino del partito. Su questa strada può incorrere in un ostacolo: Massimo D’Alema, “esperto”, però, di impopolarità. Oggi, nel Pd nessuno si può illudere di comandare a bacchetta, con l’intransigenza di un maestro elementare, i compagni che di soppiatto mirano a rendere non determinante alcun iscritto. Tutti sono messi “a latere”, nelle retrovie, ostili alla convergenza su Matteo Renzi. Nessuno può dire di avere una sponda sicura; c’è sempre qualcuno che ordisce complotti, così li chiamava Achille Occhetto soprattutto contro Fausto Bertinotti. Veltroni è uscito dalle retrovie trovando il momento favorevole in cui i possibili rivali sono elettoralmente in “panne” e il partito corre il rischio di essere sorpassato a sinistra da altre forze. Gioca la carta del mito. Un mito con il carico di convergenze clericali per arpionare dc, socialisti, repubblicani, sagrestani, piccoli prelati, parroci di campagna. In parole povere, con la rivalutazione di Veltroni, tutti gli altri sono considerati “bidoni”; soltanto con lui il partito potrebbe risalire in vettura, garante di una “continuità nel cambiamento”. Veltroni ha trangugiato meglio degli altri il nocciolo del momento che si riassume in questa regola: nella vita di partito un capo agisce da praticone ma parla da idealista. Perché questo miscuglio di ducismo e di pragmatismo sia perfetto irradia intorno alla sua persona un odore di indipendenza dal partito. Tende a riaffermare, con il suo berlinguerismo, che il corso della storia non segue i capricci delle urne bensì la volontà dei compagni. Il tarlo di questa politica va sotto il nome di leninismo. Se non si vuol scomparire un accordo bisogna pur trovarlo. Il progetto che percorre il piano di Veltroni è, però, di quelli che gettano lo scompiglio.
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La forma dl premier “usa e getta” è mutuata dalle “purghe” ordinate da Stalin.
La Tv italiana ha soppiantato garbo, gentilezza, signorilità facendo sperpero di finta eleganza.
Se l’Italia dovesse diventare una protagonista, i portinai si prenderebbero gioco di noi.
Quando scomparirà come sindaco, potrà sempre rinascere come europarlamentare.
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)