IL NULLA SI RINNOVA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

IL NULLA SI RINNOVA

Scalfari e De Benedetti sono tra quelli che hanno trangugiato meglio di tanti altri il nocciolo del nostro tempo: nella politica si agisce da affaristi ma si parla da idealisti.

Sui rancori politici suscitati ad arte profittatori hanno eretto le loro fortune.

Essere di parte e non avere seguito è meno che niente.

Paolo Gentiloni (nella foto) è stato a lungo uno di quei personaggi di cui non ci si accorge. Quando, all’improvviso, si è procurato una insegna importante, c’è stato subito chi lo ha rimproverato di atteggiarsi a sicuro condottiero per condurre in salvo l’Arca di questa dissestata democrazia.

Palmiro Togliatti inscenò la famosa “amnistia” aggiudicandosi milioni di voti.

I piddini somigliano a quei personaggi monologanti di Samuel Beckett in cui dai due vagabondi di “Aspettando Godot” si passa al paralitico e ai due vecchi immobilizzati nella pattumiera di “Finale di partita” e attraverso una signora immersa sino al collo nella sabbia di “Giorni felici” si arriva con “Commedia” a tre personaggi chiusi in tre urne funerarie. Attendono tignosi un leader che non arriva.

La novità del M5s si è rivelata, sino ad oggi, un ritorno al passato.

E’ un Paese, il nostro, che non ama la classe dirigente ormai da troppi anni. il futuro radioso promesso dalle ideologie è sempre stato rimandato fino ad essere abolito.

Paladino di un’alta forma (quindi falsa) di moralità, Luigi di Maio si è augurato che a Silvio Berlusconi non fosse concesso candidarsi alle elezioni. Improvvisamente, da rango di notabile,  di individualità in fieri è passato al rango di furbastro.
 
 MAURIZIO LIVERANI