IL PREVEGGENTE RINOCERONTE DI JONESCO

-di MAURIZIO LIVERANI

-Non c’è voluto molto tempo perché la verità venisse alla luce. Le ideologie sono ancora influenti nonostante si sia assodato che sono, come i dogmi, delle gran cretinate. Questi bubboni, che hanno dato origini a guerre e rivoluzioni, resistono sorretti dall’assillante volontà dei politici di difendere la “benedetta” poltrona. Il vero caposaldo di tanto “toreare” politico continua a essere la gestione del denaro pubblico nel “gurgite vasto” della finanza italiana. Eugène Jonesco aveva individuato bene le caratteristiche di questi personaggi calamitosi; le principali sono la totale paralisi delle facoltà critiche con il conseguente, travolgente entusiasmo per i “luoghi comuni”, il disprezzo e l’odio per chi osa difendersi da essi. Il rinoceronte, descritto, appunto, da Jonesco, sente uno smodato desiderio di corrompere, di infettare i corpi sani. Il commediografo è sempre stato bersaglio dei rinoceronti; nella lotta contro la loro proliferazione non ha mai dato alcun segno di stanchezza, nessuna esitazione. Gli organismi più ricchi di rinoceronti sono la televisione e la stampa. Come dubitare che questi rinoceronti, soprattutto, del teleschermo avrebbero portato il loro contributo alla battaglia contro un nemico ostinato, per esempio, nel Pd contro Matteo Renzi? Approfittando del fatto che siamo in piena crisi, questi rinoceronti si rifanno ai principi, esemplarmente riassunti da Marx nella lettera a Engels in cui si proclama la crisi economica come l’unica “ostetrica” della rivoluzione. Il lato pagliaccesco di questi rinoceronti è che, gettati nella pattumiera della storia i vecchi dirigenti, sono venuti prepotentemente alla ribalta evidenziandosi con la “zucca pelata”. Sono cinque o sei i pretendenti alla segreteria del Pd a non avere più un capello. L’evidenza è così conclamata da suscitare, su quella che una volta era chiamata la base, burlette, prese in giro, sghignazzi. Il solo pensiero che si possa fare la ruspa dei capelli per sradicare gli avversari è riconoscere che dal tanto peggio al tanto meglio siamo passati all’incontenibile comico. Al riparo della “zucca pelata” si può fare di tutto. Basta posare lo sguardo sul mappamondo di Marco Minniti per capire che presto la contro creazione del pci si arricchirà, sommariamente, della fine delle folte capigliature. Va detto che mai come adesso la comicità si sia messa al servizio del potere. Chi dimostra con ragionamenti filosofici che un grande inconveniente è quella di nascere, ora afferma che per diventare potente se la passerà meglio chi abbia una bella zucca pelata e levigata. Sembrerebbe una maniera di scherzare, ma chi vuol mostrare di essersi redento senza elogiarsi incondizionatamente ricorre al rasoio. E’ strano che questo sia il solo modo per rientrare nel cerchio magico dell’élite politica. L’identikit dell’”uomo nuovo” è tutto qui.

MAURIZIO LIVERANI