IL SILENZIO?  E’ SEMPRE D’ORO…

FATEMELO DIRE 

di MAURIZIO LIVERANI 
IL SILENZIO?  E’ SEMPRE D’ORO…

Gli scandali da Tangentopoli in poi fanno sorridere, sono aridi, sterili perché non producono vantaggi né alla vita pubblica né alla coscienza del cittadino. Se apriamo il Tommaseo, il sostantivo maschile “scandalo” occupa vari significati. Uno di questi, molto diffuso in Italia, sostiene che gli scandali non scoppiano e non trovano castigo come, oggi, le assunzioni partitiche di stampo familiaristico alla televisione o le sovvenzioni statali al cinema e al teatro accordati con il bilancino dell’appartenenza politica. Destinato da una concertazione dei maggiori partiti a dirigere l’Italnoleggio, il sottoscritto fu convocato dal ministro dello Spettacolo e rimproverato per “non aver nulla sul tuo conto”, nessuna colpa e di conseguenza quella carica mi era preclusa. Replicai: “Dammi tempo, colmerò la lacuna”. Troppo tardi, il posto destinato a me andò a un regista, già aiuto di Visconti (foto), specializzato nel firmare film di registi stranieri per far loro ottenere, oltre la cittadinanza, le provvidenze di legge. Non scopro alcun altarino perché lo scandalo di “italianizzare” film come “I mongoli” per coprirli di sovvenzioni è conosciuto nel mondo dello spettacolo. Questi imbrogli erano protetti da quella che François Revel chiama “la nuova censura”.

Nel cinema si agisce da affaristi ma si parla da progressisti. Per nascondere questo miscuglio di affarismo e progressismo il regista spesso leva in alto il pugno chiuso. La falsa contestazione pseudointellettuale si serve di mezza cultura, di imitazione grossolana, del velleitarismo politico, stanchi rituali di narcisismo. Si ingigantisce sempre più la nostalgia di quell’età dell’oro quando il cinema si avvicinò al vero, anzi alla verità, quando con il cinema si sono dette parole non convenzionali. Guardiamo al presente, in fatto di sentimento ci siamo fermati alle riviste patinate; in fatto di idee dilaga uno sconfortante spirito di adattamento. Tutti si accontentano di una buona media, nessuno più osa affermare una decisa personalità. Che fare? Si richiamano i riservisti.

L’intellettuale “organico” si batte perché il Paese non esca dalla serra di sinistra. E’ il vero conservatore. Il segreto della sinistra è sempre stato quello di disperdere nel nuovo il vecchio del battuto regime fascista; di usare ogni strumento per servire regole antiche gabellandole per nuove. Orientamento che spronò questo paradosso a Ennio Flaiano: “Il fascismo è una trascurabile maggioranza che si distingue nel fascismo propriamente detto e nell’antifascismo”.

MAURIZIO LIVERANI

Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli