FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
IL TEATRINO DELLE INSIDIE
“Datemi due righe scritte di pugno dall’uomo più onesto e ci troverò di che farlo impiccare”. La frase è del cardinale Richelieu. La citiamo a proposito di Attilio Fontana, presidente della Lombardia, che sarà processato per un reato dubbio. Una battuta del compianto Pino Caruso ci invita a fare molta attenzione al modo di presentarsi: “Se si accorgono che sei onesto, sei rovinato”. Oggi, in politica, la disonestà ha il sapore di una spintarella in chi è incapace di imporsi con le proprie forze.
L’invito che alla nostra classe politica andrebbe fatto sarebbe quello di attenersi alla regola di Corneille: “Pronunzia tu stesso la sentenza e scegli il supplizio”. Condannatevi o assolvetevi, tanto decidete tutto voi.
C’è sempre un gran via vai da una sponda all’altra con sosta obbligatoria nel gruppo misto. Chi abbandona uno schieramento per passare a quello avverso dovrebbe avere l’obbligo di dimettersi. Per il momento, i fautori della desistenza compongono il partito vincente.
Si ha continuamente il sospetto che si voglia andare alle urne con una “guerra civile” strisciante. L’odio, l’astio inveterato sono entrati nel mondo dei ben pasciuti dalle ideologie barricadere. Per evitare questa calamità, Giorgio Amendola, negli anni ’70, si adeguò ai concetti di Fanfani. In sostanza disse che il “compromesso storico è sudicio, è brutto; ma terapeutico”.
In un bellissimo film di Luis Buñuel, “Viridiana”, la fede rende i corpi più esposti alle insidie del peccato. E’ immaginabile l’esistenza di una Chiesa vittoriosa che non abbia più a difendere i propri principi perché pienamente adottati?
MAURIZIO LIVERANI