IL VADEMECUM DI BENITO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

IL VADEMECUM DI BENITO

Il vademecum per il comunista si intitola “Che fare?”, autore Lenin. Dice: “Bisogna essere pronti a tutti i sacrifici, a usare, se necessario, ogni sorta di stratagemma pur di penetrare e compiere la funzione comunista”. E’ quanto hanno introiettato i compagni, sin dal 1921, alla nascita del Pci. Jean-Paul Sartre definì quel comunismo “Cosa immutabile rivestita dalla menzogna multipla”. Il cammino è, oggi, simile a quello del tarlo nel legno. Il “Che fare?” è stato uno dei testi guida di Benito Mussolini.

La stampa “borghese” è divenuta caravanserraglio della volontà di credere che gli ex comunisti siano ormai votati alla democrazia che Marx e Lenin, sprezzantemente, qualificavano “formale”, cioè illusoria (a guardare quanto sta avvenendo in Italia non avevano tutti i torti). Matteo Renzi è un liberal di sinistra; vuole, cioè, sforzarsi di mettere in ordine nell’ideologia originaria depurandola da ogni aspirazione totalitaria e salvare quanto di buono c’è in essa. L’Italia è nelle mani di uno Stato canaglia; può suscitare azioni terroristiche mentre predica una “santa alleanza” propizia al Paese sull’orlo del baratro.

Le convergenze parallele, la strategia della tensione sono la formula classica del moroteismo. Il Pci, ora Pd, ha una dottrina sociale, sosteneva l’eminente democristiano ucciso, noi democristiani abbiamo una dottrina morale. Seguendo gli insegnamenti del martire, i diccì si sono fatti imbottigliare nella “sacra ampolla” leninista. Il filosofo di Treviri, Carlo Marx, avrebbe sconsigliato, per guidare il pateracchio storico, chi è troppo ben visto dal clero. La “Cosa” produce una tirannide di tipo amministrativo. “La vita, l’intelligenza – scrive l’antimarxista Proudhon – tutte le facoltà dell’uomo sono di proprietà dello Stato che ha diritto, in nome dell’interesse generale, di farne l’uso che vuole”. In una combinazione che Raymond Aron ha battezzato “ideocrazia” e che si ottiene con il dominio delle menti.

Indignarsi, dice Nietzsche, è un atteggiamento bugiardo, permettiamoci almeno di stupirci. Quelli che hanno perseguitato Marcello Dell’Utri, colpevole di amare troppo i libri in una nazione in cui non legge quasi nessuno, lo hanno, dopo anni, assolto. Il loro intento è di sminuire tutti gli uomini di valore; per loro niente mantiene meglio lo status quo dei furbi e dei mediocri. Proprio Dell’Utri era l’alter ego di Berlusconi e in quanto tale gli è stata tolta la parola. 
 
 MAURIZIO LIVERANI