IL “VERBO” DI PANNELLA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

IL “VERBO” DI PANNELLA

Ci manca Marco Pannella (oggi avrebbe novant’anni). Con la sua fiducia nelle possibilità e nelle qualità dell’uomo, con una sparuta pattuglia di devoti, ha condotto battaglie fondamentali occupando lo spazio che i governi non sono mai riusciti a presidiare, spaventando il “potere” che ha sempre cercato di liberarsi di lui. Ma nessuno è stato capace a silenziarlo, solo la morte (19 maggio 2016). Dopo il successo della “comare secca”, tutti conferiscono a Pannella i connotati di “illustre personaggio”, di quello che è riuscito a dare risalto a importanti problemi veri della nazione, a molti diritti civili, alle miserie imposte dalla classe politica. E non è escluso che si imputasse la colpa di aver dato credito e aver preso sul serio un mondo ispirato non ad alti ideali ma giacente sul fondo della pattumiera della storia. Un primato di Pannella, in Italia, è stato quello di rendere arlecchinesca la politica chiusa nelle aule del potere e far conoscere ai cittadini l’importanza della “disobbedienza civile”. Secondo lui non c’è nulla di più pericoloso della usurpazione da parte della magistratura che porta ogni giorno di più gli italiani a esaurire la loro pazienza e li spinge sempre più al punto di gridare: “basta!”. Marco era nato sotto la stella dei grandi condottieri, la guida ideale capitata nella sterpaglia invasa dai topolini che lo hanno guardato con l’aria impaurita per poi fuggire, lasciando dietro di loro una scia di insulti, secondo il cliché della democrazia nata come un’appendice al di sotto delle Alpi. Era stimato soprattutto dagli intellettuali autenticamente liberali. In una democrazia malata, dove è innato l’istinto dell’utile, niente è più utile che Marco non ci sia più. Nel mio libro “Fatemelo dire 2016” scrivo che è stato il solo, con i radicali, a dare risalto a una politica decorosa in questa miseranda qualità della vita che la classe politica impone al Paese. Con la sua uscita di scena, l’informazione non ha potuto ripetere i saggi di censura con i quali si è accanita contro di lui; non è riuscita a “occultare” la sua figura e la sua azione. Pannella portava in sé quel segno di superiorità su tanti uomini politici che nasce dal libero gioco del pensiero. Scelta che ha pagato a duro prezzo man mano che si instaurava una mentalità totalitaria, camuffata da una lotta tra destra e sinistra.

MAURIZIO LIVERANI