IL VOLTO NEGRIERO DEL CAPITALISMO

di Maurizio Liverani

Al tempo della conquista dell’Abissinia andava una canzone che suonava così: “E se l’Africa si piglia, si fa tutta una famiglia”; spiegava agli italiani perché avessero tanta voglia di un “posto al sole”. Ad ostacolare la conquista dell’impero, voluta da Benito Mussolini, c’erano gli Stati colonialisti, sfruttatori da secoli del continente africano. Per intralciare l’impresa dell’Italia fascista imposero sanzioni, ma lasciarono aperto, astutamente, alle navi italiane cariche di soldati e di armi il canale di Suez, favorendo in questo modo l’arrivo in Abissinia delle truppe. Se il canale fosse rimasto chiuso le navi avrebbero dovuto circumnavigare tutto il continente con dispendio di tempo e di risorse. Le potenze capitaliste per eccellenza davano questo contentino all’Italia fascista; i veri negrieri capitalisti avevano trovato altre rotte per andare a sfruttare fonti più convenienti. La novità è che l’attuale migrazione verso l’Europa di libici, somali, eritrei passa inevitabilmente per l’Italia, ma l’approdo che a loro interessa sono i Paesi del nord. Questo spaventa Parigi, Berlino, Londra. Se l’Unione non è solidale con noi nell’azione umanitaria, i partiti, con la Lega in testa, dovrebbero coalizzarsi per impedire questo esodo. L’invasione dovrebbe essere circoscritta tra le nazioni che guardano al Mediterraneo; bella prova offerta dall’UE, che è contraria si faccia “tutta una famiglia”. I francesi, con in testa l’inviperito Macron, capitalisti per eccellenza in Africa, sono ostili all’arrivo dei migranti a casa loro; cerchino un “posto al sole” altrove. Abbiamo la conferma che l’Ue è un’organizzazione assurda, ma pericolosa: sta rintroducendo l’odio tra i popoli, preludio a possibili conflitti. Da perplessi, gli italiani sono diventati rabbiosi, soprattutto con Macron; hanno atteso per molto tempo la parola “celeste”, ma il Papa si dimostra perplesso ed emette soltanto effluvi evangelici. Il Mediterraneo è ormai una vasta pozza piena di cadaveri. Il fantomatico mondo politico, in Italia, è ricoperto di vituperi; Salvini rimarrà per molto tempo un fascista camuffato, ma tutta la politica appare come una bancarella sfasciata. Il Paese rigurgita di strateghi che al momento di dar prova delle loro capacità preferiscono il narcisismo degli sconfitti. Il leader della Lega crede di condurre in porto una superba impresa patriottica. Ma tutti quelli che si affannano intorno al problema somigliano ai fagioli che vengono a galla nel bollore; sono bacati dopo anni di fallimenti. Da tutto questo discorso si deduce che l’italiano fa una grande fatica a capire in quale paese, politicamente, si trovi.

Maurizio Liverani