Democratizzazione, aperturismo, pluralismo, clericalismo sono ciance di nebbia per ingannare gli italiani che non si sono accorti che la politica è naufragata. I comunisti italiani, soprattutto i loro capi, se ne sono fatti ormai una ragione e hanno cessato di seguire i loro “idoli” qualsiasi cosa comporti. Alcuni continuano a restare nel partito per ragioni snobistiche. Da anni questo immaginario comunismo si porta addosso carne ipertrofica nella stampa, nei comizi ma è esangue nella realtà. Molta carne ipertrofica è stata amputata; un’amputazione che ha fatto assai bene. Le formazioni che si ispirano ancora al vecchio idolo hanno il valore della mediocrità. Sono affidate a tecnici del ramo; non hanno nulla di demiurgico. Può salire ai vertici chiunque usando la scala di servizio. La sola politica che sono in grado di esprimere è quella di rimettere tutti gli sdegni alla prova di un unico criterio. Gli elettori sanno ormai che i concetti di destra e di sinistra non sono altro che nomi cui non corrisponde alcuna realtà. Soltanto qualche individualità costituisce una realtà concreta. Fino a qualche tempo fa, chi si intendeva di degasperismo andava per le spicce; Andreotti, che di degasperismo se ne intendeva, poteva dire quello che voleva, per esempio, su Berlusconi perché del “grande-piccolo” Alcide fu designato delfino. Se il leader protempore, candidato a succedere all’”austriacante”, dimostrava di aver studiato a fondo le mille facce di cui era fatta la democrazia cristiana. La sinistra Dc si è rifatta surretizziamente al “nume” di piazza del Gesù; impossibile designare con questa politica qualcosa di positivo. Destra e sinistra hanno avuto una contemporanea caduta di potenzialità analoghe. A volte si riconoscono dei meriti perché nessuno ha abbastanza energia per affermarsi. Matteo Salvini, per combattere l’avversario, si è affidato all’omeopatia. La critica astiosa si è capovolta in apologia. Il nostro Paese continua a essere prodigo di leader che da schiappine diventano, in un batter di ciglio, importanti esponenti di Stato. Giorgia Meloni molti la consideravano una pedina di riserva; tutti le volevano bene perché con lei non c’era da aspettarsi alcuna impennata. Dopo il “successo” ottenuto su scala nazionale è entrata nel novero dei cosiddetti “padrini del vapore”. Prova che in Italia si applica una politica così mediocre al punto da sembrare cretinizzante; continuamente, la plebaglia parlamentare scova altri candidi. “Candido”, ispirato da Voltaire, è il titolo di un romanzo di Leonardo Sciascia; un personaggio ideato da un romanziere-filosofo o, meglio, da un romanziere-saggista. Nell’universo politico è considerato candido Paolo Gentiloni cui si riconosce di non avere alcuna attitudine agli intrighi e di non gloriarsi dei successi ottenuti non da lui personalmente ma dalle congiunture favorevoli del momento. Ingannati nelle loro previsioni, i nemici di Matteo Renzi si diffondono in ingiurie, sperando che le sue ali si fondano al “sol dell’avvenire” divenuto ostile. La conferma che Silvio Berlusconi, il capo della Lega e la Meloni si siano riuniti getta lo scompiglio tra i politici avversari. La palude parlamentare da un po’ di tempo non ama più Luigi Di Maio e lo ha “offuscato”. I politici delle varie sponde, gentuccia insipida e noiosa, sono così affezionati alle poltrone da coalizzarsi contro gli intrusi. Questa sarebbe l’aria nuova.
INORRIDITI !
FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
INORRIDITI !
MAURIZIO LIVERANI