INSTANCABILI COME API

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

INSTANCABILI COME API

L’enigma italiano, analizzato dall’esterno, deve apparire un caos refrattario a qualsiasi soluzione. Se ben guardiamo l’azione di Nicola Zingaretti lo vediamo impegnato ad assumere, nella coalizione, un grande prestigio. Annebbiato dalla sua iattanza, si vede già come il successore di Giuseppe Conte; vuol far credere di essere intriso, più del premier, di ideali democratici. Intanto, Walter Veltroni viene additato come l’antenna più sensibile della realtà italiana e c’è chi sussurra che ormai abbia l’età per diventare presidente della Repubblica.

Il geniale Luca Zaia, alla pantomima delle contrapposizioni frontali, preferisce informarci sulle soluzioni che ha adottato e adotterà nel Veneto dove è diventato quasi un mito per la sapienza delle sue scelte. Matteo Salvini, dimessa la veste del maramaldo, lo ha preso come esempio ed è già diventato un califfo della destra. E per completare il quadro delle sue ambizioni rantola d’estasi politica per Giorgia Meloni verso la quale aumenta la stima dell’opinione pubblica.

Per raddrizzare la cinematografia italiana Francesco Rutelli, attiva ape operaia della politica (da cui si è distaccato), è stato riproposto a capo dell’Anica. Strati di delusione si sono depositati sui soliti intrallazzatori, condannati ora a essere sedimenti geologici. Rutelli è stato sindaco di Roma durante il Giubileo; è abilissimo nello svariare la sua attività dalla pubblica amministrazione a quella dei beni artistici. Senza dubbio merita un certo risalto avendo le carte in regola nel mondo della cultura. 
 

MAURIZIO LIVERANI