INSULTI E BUONA CREANZA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
INSULTI E BUONA CREANZA
Tra governanti e opposizione c’è l’accordo di insultarsi ferocemente dietro un’intesa di buona creanza. A sinistra si è ormai convinti che il giorno della “rinascita” si allontana sempre più e, forse, non lo rivedremo mai. Secondo un giudizio al vetriolo di Gore Vidal sull’Unione europea, questo giorno della rinascita è in realtà la preparazione di una tirannide su larga scala: prima la moneta comune e in futuro una dittatura in comune. Il potere ha per sua natura istinti totalitari. I “panzer” della Banca europea hanno fretta in queste manovre che dischiudono il paradiso-Europa, buono per i banchieri e i grandi capitani d’industria; questo paradiso-Europa ragiona per addizionali e sottrazioni, segue i dettami dell’efficienza e ostenta una spiccata indifferenza per le conseguenze che saranno prodotte dalle stangate, non accompagnate, è certo, da lacrime e sangue. L’importante per Matteo Salvini e Luigi Di Maio, pur scambiandosi accuse e insulti, è che il governo attui un programma di ripresa e di sviluppo. Giuseppe Conte, che poco conta, vorrebbe che gli facessero corona i due compagni di viaggio per non risuscitare i lugubri fantasmi della depressione. “Depressione” è la benedetta parola che i marxisti hanno per tutta la vita atteso e desiderato; proprio dalla depressione si aspettavano la salvezza della causa rivoluzionaria. Il Pd sembra una balena arenata da cui tutti si allontanano. I lavoratori non sono più quelli di un tempo; sono disposti a dare l’appoggio a un qualunque governo che possa far uscire il Paese dalle secche della stagnazione produttiva e dalla recessione. I lavoratori hanno già fatto il brusco incontro con le fandonie marxiste passando attraverso l’incarnazione del ridicolo. La sinistra si limita a tener desta l’amarezza. La sfiducia ha un alto tasso di ascolto.
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C’è un gran via vai da un polo all’altro. Alcuni si slanciano con forza, altri lentamente. Chi sa fermarsi al sarcasmo chiama questo via vai il “cammino della speranza”.
E’ bene ricordare che gli istinti totalitari si accompagnano spesso a governi tecnici.
Persino le “coscienze morali” appaiono oggi “pappe molli”, non più sincronizzate con un grande destino.
Nel panorama politico sono scomparsi i simboli, resta solo il forcone. E’ l’ennesima conferma che gli italiani sono più intelligenti dei loro politici e dei soloni ideologici.
L’idea dei privilegi da difendere ha sempre deciso delle scelte politiche.
Il concetto di ricchezza è, oggi più di ieri, trionfante nella nostra Italia.
La migliore dimostrazione di saggezza è di riconoscere e afferrare al volo il momento decisivo.
Il torto dell’Occidente è di aver sottovalutato il rancore dei fanatici.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)