L’ EDEN DI ELISA ALLA “CASA VUOTA”
Elisa Filomena. Eden – Una mostra a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A) 15 maggio – 31 luglio 2021
Presentazione al pubblico (su prenotazione): sabato 15 maggio 2021, dalle 11 alle 20, e domenica 16 maggio 2021, dalle 11 alle 14
Nessuna delle mostre finora costruite su misura per le stanze di Casa Vuota ha mai alterato la percezione dello spazio come riesce a fare Eden, la prima mostra personale romana della pittrice Elisa Filomena a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, allestita dal 15 maggio al 31 luglio 2021. L’artista realizza infatti un intervento installativo elaborato e avvolgente capace di ricoprire completamente di pittura ogni superficie dello spazio espositivo situato all’interno 4A del condominio di via Maia 12 a Roma, nel quartiere Quadraro, trasformando Casa Vuota in una vera e propria “camera picta”. Elisa Filomena sviluppa un portentoso racconto per immagini, che si dispiega con un andamento cinematografico su lunghi rotoli di tela, in modo da riscrivere con la pittura in forme inedite e visionarie la trama delle pareti della casa e tale da evocare i grandi cicli affrescati della Roma monumentale, dalla Villa di Livia alle chiese barocche. La mostra viene presentata al pubblico sabato 15 maggio dalle ore 11 alle 20 e domenica 16 maggio dalle 11 alle 14.Per visitarla è necessario prenotarsi al numero di telefono 3928918793 oppure all’email vuotacasa@gmail.com. Dopo l’inaugurazione, la mostra è visitabile sempre su appuntamento.
“Eden – spiegano i curatori Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – è una condizione primigenia e privilegiata della pittura che si dispiega come un flusso di segni e di storie e sente di bastare a se stessa nel suo scorrere silenzioso e irrefrenabile. Nell’andamento liquido di una pittura leggerissima e gioiosa, vedute campestri o fluviali fanno da fondale come nell’arte antica a figure umane solitarie o in gruppo, che sono soprattutto soggetti femminili. Artificio, schermo, scenografia teatrale e diorama: la pittura si mostra in tutto il suo potenziale immaginifico, sorprendente e impetuoso. Elisa Filomena immagina una dimensione incantata e ancestrale in cui l’atto del dipingere è un momento festoso di scoperta del mondo, visto con lo sguardo di chi lo vede per la prima volta: uno sguardo generatore di meraviglie. Ed è proprio la meraviglia il sentimento che certo sarà provato dai visitatori di fronte a uno slancio pittorico tanto generoso quanto felice ed emozionante”.
“L’uomo è appena venuto ad abitare la terra”, scrive Elisa Filomena. “È atterrato in un luogo sconosciuto, carico di forze di cui la natura sembra essere pienamente consapevole: un compito a lei destinato, un tormento vitale. L’uomo lentamente ne prende coscienza, si muove in paesaggi sconosciuti, in una terra senza luogo carica di necessità e meraviglia. Questo tratteggiato Eden, lungo come un papiro sconosciuto, si muove tra le pareti di Casa Vuota nella sua essenza più profonda: un disegno che diventa pittura, il gesto del pittore che compie un racconto, lasciandosi condurre dalla pittura stessa, senza ripensamenti. Il tempo non esiste, figure antiche si mescolano con un passato prossimo, angeli e divinità si mostrano accanto all’umano nell’abitare la terra, a volte ne dirigono il cammino, certo lo scrutano dall’alto per soccorrerlo nella vita e nel momento della morte. Vi è un ritmo spontaneo nella narrazione pittorica, ogni parte dipinta si collega o contrasta in una dimensione irreale che prende stimoli dal sogno, dall’inconscio e dalla necessità di una comunicazione e di un’identità che si crea tra l’abitare e il far parte di un luogo. Il tutto è dipinto senza l’ausilio di un disegno preparatorio, di modo da non dare filtri all’espressione pittorica. Il dipinto prende vita da un puro istinto espressivo. Queste tele le vivo come un piccolo paradiso primordiale; la prima manifestazione dell’uomo nell’abitare la terra, il processo del ciclo vitale, la nascita e la morte. Vi è un fiume che trasporta uomini attraverso il corso delle sue acque. Vi sono stanze segrete dove donne si riposano, amiche in confidenza che ridono dell’avvenire, volti di grandi dimensioni accostati a eteree piccole figure. Si percepisce che tutto viene da lontano, come un ricordo, un sogno o una paura profonda. Piante, vegetazioni e cieli sono dipinti con velocità e tensione emozionale, le figure albergano a volte come ombre dentro la pittura che è in questo caso è la più vera metafora dell’umanità, sempre alla ricerca di una casa”
Elisa Filomena (Torino, 1976), si è diplomata in Pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e ha sempre utilizzato la pittura come linguaggio privilegiato per la sua ricerca. Tra le personali più recenti si segnalano nel 2019 Diario Notturno presso Circoloquadro a Milano a cura di Arianna Beretta e nel 2021 Rocaille Coulisses, bipersonale con Emilia Faro, presso la White Lands art gallery di Torino a cura di Federica Maria Giallombardo. Tra le collettive degne di menzione ci sono nel 2020 Noccioline a cura di Yellow nello studio di Julie Rebecca Poulain a Roma, nel 2019 La risposta dell’amore a cura di Francesco Piazza ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, nel 2018 Selvatico (tredici) Fantasia/Fantasma a cura di Massimiliano Fabbri presso il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (RA) e Impronte di artista alla Kommunale Galerie di Mörfelden-Walldorf in Germania. Nel 2017 infine è stata tra i protagonisti di Landina, esperienza di pittura en plein air nel territorio del Verbano Cusio Ossola, a cura di Lorenza Boisi. Alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra le quali la Collezione Permanente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Civica Raccolta del Disegno del Museo di Salò. Tra i riconoscimenti ottenuti, è stata vincitrice del Premio di Pittura Matteo Olivero nel 2008 e della Borsa di Studio Alida Epremian per giovani pittrici nel 2003.