L’ ”ESEMPIO” DI UN MALESSERE

di Maurizio Liverani

“Vengo anch’io”, dice Francesco Totti al nuovo allenatore della Roma. “No, tu no”, risponde Spalletti per il quale a quarant’anni un giocatore conta quanto un cartoccio di ciliege. Ma è pur sempre, precisiamo noi, una persona degna di rispetto, soprattutto se nella squadra in cui si è formato e ha giocato per tanti anni, arrivando a segnare trecento reti, è idolatrato dalla tifoseria. Totti non è Del Piero che, appartenuto alla Juve, divenuto un esempio, amato dalla tifoseria, con un sorrisetto sardonico, alla soglia dei quarant’anni, se ne è andato in gran fretta in Australia a raccogliere con i suoi piedi d’oro nuovi allori e lauti compensi. L’unica realtà nel calcio, al di là degli inutili sentimentalismi strombazzati dalla stampa, è l’efficienza e il rendimento. Il calciatore è a una sola dimensione, come vuole il consumismo; se si mettessero le briglie alla tigre della società comun-capitalista del mercato si ritornerebbe alla “dimensione umana” della vita. Lo strazio del congedo nel calciatore che appende al chiodo le scarpette può essere alleviato dall’amore dei tifosi cui non si sposa il “rispetto” dei dirigenti, “grossisti” di atleti del pallone, alcuni presi nel vortice dei passaggi da una squadra all’altra. In una stagione un giocatore può militare anche in tre, quattro squadre ed essere di ognuna considerato una “bandiera”. Sono esempi del trasformismo non dissimile da quello politico. Totti deve prendere atto del fallimento di tante pompose minchionerie; ma soprattutto che questo sport da noi sta fallendo. Gli esempi nelle maggiori formazioni sono composti oggi di fenomeni provenienti da altre nazioni, ceduti all’Italia per cifre astronomiche mentre in patria erano sul punto di essere rottamati. Il centravanti italiano Immobile, ceduto in Germania, dopo una stagione è stato riacquistato. Al di là delle Alpi non era più un fenomeno; da noi ora milita in una squadra di bassa classifica. I vivai del nostro Paese forniscono talenti per l’estero. E’ un mondo, quello del calcio, che produce uomini astuti, vampiri che succhiano l’entusiasmo degli appassionati.

Maurizio Liverani