LA BURLA DI SERGIO

di Maurizio Liverani

Adesso possiamo finalmente sapere qualcosa di più su Sergio Mattarella. L’aspetto serio e autorevole è in verità un’operazione di comodo; un modo tartufesco di nascondere ciò che si è veramente. Il suo atteggiarsi a compunto servitore dello Stato ha tratto in inganno i sostenitori della Lega e del M5s. Mentre gli altri partiti erano contrari a farli entrare nel recinto della politica, Mattarella rifletteva su una sua convinzione che si è andata formando nel tempo. Ha letto nelle facce degli arrembanti cinque stelle il loro pensiero: nobilitarsi in nome del popolo nascondendo intenti di arrivismo. Mattarella ha meditato a lungo prima di metterli alla prova. Il loro programma è antieuropeistico, esattamente il contrario degli impegni che l’Italia ha preso con le altre nazioni. Per Germania e Francia l’Italia nell’UE non deve godere di troppo credito; deve adattarsi a essere un narcotico perfetto (infatti lo è). La sopravalutazione dei fatti che è stata data dagli organi di informazione non corrisponde alla volontà popolare, ma a interventi di natura “non nazionale”. In questi ultimi giorni, soprattutto Salvini si è smentito su tutto; ha voluto far saper che non è una pappamolla. Con alcuni “giri di vite” si è rivolto al capo dello Stato e agli ex alleati ricorrendo a una certa rozzezza e sommarietà intellettuale; ma non è riuscito a evitare la bocciatura. Nel giro di pochi giorni Di Maio e Salvini non si sono guadagnati altra gloria che quella di essere due maneggioni furbastri e grossolani; caporalacci che sanno gettare solo discredito su figure eminenti. L’elettorato che prima sembrava attendere da loro l’uscita dalla crisi potrebbe voltare loro le spalle; proprio nel momento in cui si illudevano di essere infallibili come il Papa sul trono. Non è da escludere che nelle prossime elezioni vengano relegati in un ruolo marginale, non degno di capi dotati di carisma. Il problema che si presenta agli arroganti arrivisti è di provvedere a una onorevole ritirata. C’è qualcosa di patetico nella sorte di Salvini e di Di Maio: cedono proprio nel momento in cui per mantenersi in azione sarebbero pronti a ricorrere alla minaccia. Credevano di bersi gli avversari come un uovo all’ostrica; si sono fatti prendere in trappola dall’esaltazione di tutti coloro che credono nella forza cosmica di “dagli al nemico”. L’errore tattico ha ridato fiato a chi ha intravvisto la loro vera essenza. Il danno che hanno prodotto al Paese non è stato ancora valutato. Potrebbero vantaggiarsi anche le forze reazionarie che “allignano” nei cosiddetti partiti democratici. La politica è spesso una truffa, ma richiede una certa preparazione.

Maurizio Liverani