LA CERIMONIA DEI FINTI ADDII

di Maurizio Liverani

Il premier la sua Olimpiade l’ha corsa. E’ andato a Rio per arricchire la sua biografia di propugnatore di successi. Le gare olimpiche politiche in Italia le ha impostate in modo da risultare conformi al paradigma prestabilito per assurgere al ruolo di “uomo nuovo”. I suoi più caldi fautori  gli riconoscono erudizione e riflessività; chi storce il naso vede in lui il “praticone”, l’empirico, il facilone che passa allegramente, senza tormenti e travagli, a, per esempio, “svecchiare” la Rai, a riproporre tipi come Michele Santoro, non molto accetto per via dell’imperiosità. Come democratico l’ex di “Annozero” impersona il post-comunista in ciò che ha di più piacevolmente comico, di più bizzarramente caratteristico: predicare bene. Come tutti i giornalisti politici porterà alla ribalta emozioni forti: la giustizia sociale, sempre allo zenit tra gli uomini di sinistra, ricompensata dal proprio benessere. Alla maniera dei gran signori del trecento, Matteo Renzi ha liberato il canale 3 da Bianca Berlinguer. Già anni fa apparve un libro dal titolo “Berlinguer è l’ora dell’addio” di Miriam Mafai che paragonava Massimo D’Alema addirittura a Palmiro Togliatti. L’Italia è mediocre lettrice di libri; di questo assurdo pamphlet non se ne accorse forse a causa della depressione che fa sentire i suoi effetti sul mercato librario. I testi politici si “portano”, non si leggono, soprattutto se promossi dal desiderio di rendere un favore a un signorotto politico. Gli scrittori politici svelano un orientamento poco favorevole alle finzioni della fantasia. La loro prosa è più adatta a descrivere la vita delle mondine, come nei film di Giuseppe De Santis – buon’anima – più in sintonia con il traboccante furore neorealistico. Si vocifera, con certezza, che la sospesa Berlinguer salirà di grado, con il sussidio di una pubblicità tambureggiante a suo favore. L’”uomo nuovo” della sinistra sa tanto di antico. I rimossi a sinistra sono sempre reintegrati. La nuova stagione televisiva non riuscirà a sottrarsi alla noia viste le premesse; sarà esente, si dice, da grossolanità. Sbaglieremo, e siamo pronti a correggerci, ad avere l’impressione che la stampa fornisca a questo tipo di rivoluzione il suo aiuto e il suo sostegno.

 

Maurizio Liverani