LA LEGA SI INGINOCCHIA


 FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
LA LEGA SI INGINOCCHIA
Nel nostro Parlamento stazionano personalità insipide che si credono preparate e vive. Pesantezza, prolissità, pedantismo; per infrangere la noia c’è soltanto l’invidia con le sue furie e le sue rampogne. Dante ha dato dell’invidia una spiegazione psicologica: “non lascia la ragione per la cosa invidiata”. Nella seduta dedicata a mandare all’aria il governo si è distinto per destrezza e prontezza proprio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per una volta nell’aula è spirata aria da Gran Varietà. Nel corso del dibattito c’è stato un momento di incertezza. il primo ministro, salutando Matteo Salvini alla sua destra, gli ha dimostrato una grande simpatia. Terminati i convenevoli, Conte, che alla sua sinistra aveva Luigi Di Maio, ha riversato sul leader della Lega rimproveri di ogni tipo che riassunti fanno del leghista uno scansafatiche, un assenteista; insomma, un vice ministro rattrappito, un pessimo collaboratore, Nell’aula si sono accesi gli applausi perché tutti erano lì convenuti per sanzionare la fine di questo governo. Conte ha dato la palpabile conferma dello stato d’animo degli italiani, amareggiati da troppo tempo da una collera nera causata da un incontrollabile crisi economica. I facinorosi hanno dato in scalmane illudendosi di essere estranei nella responsabilità circa il degrado del Paese. Gente che ha vissuto a lungo in politica ha potuto constatare come siamo giunti quasi al “tabula rasa”. Nella replica il leader della Lega ha detto tutto il contrario, ma soprattutto, si è vantato di avere l’appoggio della classe cattolica. La speranza di questo governo, secondo lui, cerca rifugio nella trascendenza per restituire fiducia nell’al di là, fiducia già a buon punto sulla strada del marcire. Basta citare il cattolicesimo per attenuare i mali di un mondo roso da troppe termiti: politici, banchieri, burocrati, tutte figure che hanno reso scialba questa nazione che vibra di cattiveria, di invidia, di furore. Grazie a questo sfogo, Salvini ha avuto il consenso morigerato, ma che tende a ingrandirsi, di Matteo Renzi. Il nuovo governo, se ci sarà, si reggerà anche sulle invocazioni al soprannaturale. I democristiani hanno tirato un sospiro di sollievo. Si prepara, a loro avviso, un’operazione che oltre a favorire gli interessi del grande capitale prelude a una scelta democristiana. Chi era convinto che la Chiesa non avesse nessun ruolo nella strategia di questi complotti non ha mostrato alcuna sorpresa. Con i salmi le cose sino ad oggi sono andate male; le nuove roboanti invocazioni al sacro, questa volta, dovrebbero fare nuovi proseliti. Un’insidia concreta in caso di elezioni è rappresentata dai milioni di leghisti che canonizzano nelle loro schede il leader della Lega.
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Compito del video è di cloroformizzare le coscienze.
I tecnocrati della protesta non hanno nulla in comune con gli altri tecnocrati; la loro meta è quella di dividersi il potere come fanno i gangster.
Chi crede nei presentimenti giura che ritornerà il berlusconesimo; si è tutto auto-sdoganato senza che alcuno abbia sollevato sospetti.
La sola che goda prestigio è la canzonetta anche perché fruisce di grossi profitti.
La sottomissione dello Stato italiano alla Chiesa è sempre stato uno dei suoi grandi mali.
I fascisti speravano in Berlusconi il quale non ha mai avuto alcun interesse al mussolinismo
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)