LA PARABOLA DEL SOLITO POTERE

di Maurizio Liverani

Per anni la sinistra si è strologata per definire quello che avrebbe dovuto essere il suo potere. Studi e dibattiti per adattare quella semplice dottrinella marxista alla situazione italiana e, a conquista avvenuta, ci accorgiamo come lo scandalismo politico, quello di sempre, sia il modo più adatto per orientare il Paese. I caporioni della baracca, in combutta con la Chiesa, si sono ben guardati dal marxistizzare una nazione, definita una volta per tutte democrazia mafiosa. Si mise da parte il famoso “oppio dei popoli” e si pensò che era più utile convertirsi, abbandonando ogni propaganda ateista e lasciando che la religione si estingua da sé. Il destino avrebbe fatto il resto. L’attendeva un orientamento di stampo agnostico; bastava avere i buoni uffici dei grandi poteri, i soli che sino ad oggi hanno tratto forza e beneficio con il nuovo governo. Com’è questo governo? Ad alcuni sembra un rompicapo, ad altri un guazzabuglio cui vengono attribuiti i torti del grande capitale. Con il passare degli anni, si è cercato il compromesso storico che ingenuamente ha obbedito alla democrazia cristiana. L’importante è occupare tutte le poltrone. Il capitalismo si è blandamente adattato alla situazione: non ha preclusioni politiche verso nessuno e si è sintetizzato dapprima con il berlusconismo contro il quale scaglia saltuariamente calunnie e insulti. Nelle rissose elezioni che si susseguono incombe la fatalità degli scandali. Le prospettive di nuovi disastri da provocare e suscitare direttamente o indirettamente allungano nel tempo questa repubblica degli scandali. C’è sempre un potente stimolatore di nuove energie, adesso quello dei rifiuti in cui è coinvolta una ministra la quale, con bello stile, prima che scoppi il clamore si è dimessa. Sembra che la contemplazione del baratro voronovizzi i mafiosi, li renda più arzilli e longevi. Elettoralmente chi detiene oggi il potere è una forza meno trascurabile; tuttavia questa forza si affanna a considerarsi importante. “Senza di noi non ci sarebbe progresso”, ripetono i gran visir del Pd. L’opposizione verso questa trascurabile maggioranza ha un atteggiamento critico ma anche protettivo e paternalista. Un “padre nobile”, che ha le idee chiare su chi ha portato il Paese ai rantoli attuali, attende il momento per rientrare nell’asta del potere. Pronuncia alcune frasi rivelatrici come: “Il sottogoverno nella realtà è il governo”.

 

Maurizio Liverani