di Maurizio Liverani
La maggioranza degli italiani si è ormai rassegnata a sopportare una classe politica che il francese Paul Valéry definì con questa esemplare sintesi: “ha cominciato come arte di impedire agli uomini di occuparsi di quanto li riguarda; in seguito è diventata arte di costringere gli uomini a prendere decisioni su quanto non capiscono”. In questa breve sintesi è delineata la povertà dell’arte dei politicanti; metodo insuperabile per non far funzionare la democrazia. E’ l’arte di impedire agli incauti elettori a prendere decisioni su quanto non hanno capito nella fase pre-elettorale. I più incerti, meglio i più intelligenti, convinti di non avere competenze politiche e di non sapersi muovere nel labirinto delle decisioni, arrivano fatalmente a questa conclusione, cioè: la politica è la sola attività che non richieda alcuna preparazione. I membri dei vari partiti spesso non si accorgono che i loro programmi non hanno alcun riscontro con la realtà, anzi si accorgono troppo tardi che sono in contrasto con le esigenze della società. La televisione riceve il canone soltanto per consentire ai contendenti di insultarsi senza alcun rispetto della lingua italiana, oltre che delle buone maniere. Infatti, tra urla e parolacce, molti onorevoli cercano di ridarsi un po’ del prestigio perduto. Si atteggiano a stolidi oracoli anche esponenti dello stesso partito che, consapevolmente o per smania di presenzialismo, si rinfacciano antiche magagne. E’ singolare quanto divergano le espressioni, ma anche i pensieri, in duellanti ideologicamente affini. Intanto la realtà sfugge alle facili definizioni e non si lascia sottomettere allo schematismo urlato e differenziato nello stesso studio televisivo, con il video “irriverente” che delinea già, dai tratti del loro viso, la loro pochezza. A chi asserisce che siamo fuori della crisi, replica chi sostiene il contrario. Dispettucci da giardino infantile, messi in risalto dalla stampa che rispetta la loro scarsa preparazione, messa perfidamente in risalto. La notizia è questa, ripetuta quasi ogni giorno: abbiamo in Parlamento rappresentanti privi di chiarezza, ma avidi di guadagni statali. E’ con questi personaggi che l’Italia è diventata una delle nazioni più corrotte del mondo. Questa è oggi la nostra patria.
Maurizio Liverani