LA PAURA CORRE SUL VIDEO

di Maurizio Liverani

Ci sono grosse novità in vista. Sul video, dopo la tragedia dei lavoratori, un migrante, in perfetto italiano, ha messo sotto accusa ad alta voce le responsabilità del caporalato facendo l’elogio del padre del sindacalismo italiano Di Vittorio rimpiangendolo come il rinnovatore del sindacalismo, finito poi in mano a sindacalisti che rappresentano soltanto se stessi. Solo l’informazione pilotata dal grande capitale continua a tenerli in vita chiamandoli forze sociali. Con il nuovo governo, fino ad oggi, si registrano soltanto sventure; come prima, i partiti al potere non hanno riguardi per le vicissitudini della classe operaia. Però si è adottato un metodo che somiglia molto a un progetto di larghe intese. Secondo la concezione di Lenin, anche i sopravvissuti alla fine del comunismo (sarà poi vero?) devono assomigliare a quelle strisce moschicide alle quali gli insetti si incollano e non si staccano più. Insistendo a volersi comprendere, frugando dentro e scoprire un misterioso punto di compenetrazione tra due anime inconciliabili, partiti al governo e partito all’opposizione hanno deciso di colloquiare. I perdenti del Pd hanno introdotto il sistema del confronto e del colloquio con la Lega. E’ accaduto che dopo la sconfitta molti telecronisti temono di perdere il posto. Dopo tanti anni ci si è accorti che la sinistra ha un suo perno dialettico: quello di agganciare politici di ogni specie, idee e snob. Ansiosa di essere arpionata dai nuovi governanti è Lucia Annunziata. Già in passato, quando la Lega era capitanata da Umberto Bossi, si pensò di attestarsi anche su una alternativa di sinistra e proprio Annunziata sembrò fare il gioco di Bossi. L’invito alla giornalista era stato preparato con un buon dosaggio di lodi. Il giudizio favorevole alla Padania di allora, per via del rifiuto di colloquiare della Annunziata, ha lasciato il posto all’avversione. Ora il coltello dalla parte del manico dovrebbe passare in mano ai nuovi venuti. Di fronte agli altri cronisti televisivi, Annunziata ha il torto di considerarsi una carrozza di prima classe in rapporto a tanti calessi; persuasa di essere ricca di una prodigiosa quantità di materia grigia, si vede come una forza provvidenziale, convinta di avere una personalità biologicamente diversa da quella dei comuni colleghi che considera, in cuor suo, “impresentabili”. Ma è arrivata a suonare lo strumento della sua personalità sempre più forte che qualche leghista intransigente ha messo in moto un meccanismo per rimuoverla. Questo avverrà quando l’ideologia del nuovo governo sarà completamente sviluppata. Per trovare orecchie compiacenti, la giornalista si proclama, a volte, incline al nuovo. E’ in allarme; ha intuito che qualcosa deve cambiare, i protagonisti non possono essere sempre gli stessi: preti ed ex comunisti. Su questo terreno è difficile che un inciucio Lega e Annunziata possa andare in porto.

Maurizio Liverani