LA POLITICA? E’ DEBOLEZZA

di MAURIZIO LIVERANI

L’invalidamento delle diversità, meglio, l’attenuarsi, avrebbe potuto portare a intendersi civilmente. Le ideologie se ne sono andate da tempo; i concetti di destra e sinistra, dopo essersi declassati, sono soltanto un “fenomeno di rabbia”.

L’abbiamo detto più volte: la dittatura finanziaria fa e disfa secondo i propri interessi. Nessun politico potrà mai diventare un prodigio in queste condizione di semi-sudditanza.

Le élite dei partiti hanno offerto il loro posto a concorrenti di rango insignificante che, spendendo la moneta magica dei demeriti politici, possono sempre vantare un macerante noviziato con l’insinuazione.

Con una bene educata rivoluzione, con grande dignità, gli elettori hanno messo “a la lanterne” una politica ormai slombata.

I partiti tradizionali sono lividi perché con una prossima legge elettorale potrebbero essere eclissati.

La pubblicazione dei redditi dei nostri governanti ha il gran merito di farci tornare in mente un aforisma di Mino Maccari: “Eleva il tuo pensiero al Governo e abbassalo immediatamente”.

Si profila la convinzione che i leghisti e i cinquestelle siano una variazione del fascismo e dello stalinismo. Si è incappati, quasi controvoglia, in questa che ormai si profila come una necessità; troppo tardi arriva il pentimento.

I cinquestelle e i leghisti hanno scelto la noia politica in attesa che la situazione internazionale si decanti, che dietro lo schermo dell’Europa unita e di una politica conciliativa maturi, fatalmente, qualche scelta importante che metta fine a tante incertezze.

Un intervistatore chiede a un inquisitore: “Il nuovo catechismo lo ha mai letto?”. Risposta: “Diffido sempre dei ‘best-sellers’”.


MAURIZIO LIVERANI
 
(dal libro AFORISMI SOSPETTI di Maurizio Liverani)