La rivincita del dubbio

Putin e Papa Francesco visti da Romolo Buldrini

Pare che Putin dopo la visita a papa Francesco se ne sia uscito con una battuta degna di Totò: “Se lei, papa Francesco, continua così io mi faccio cattolico”. Battuta non riportata dai giornali perché richiede una sottolineatura ironica, in questo momento fuori luogo. Quale eminenza può aver indotto il papa a stringere la mano al gran visir di Mosca? Chi ha fatto credere che questo atto fosse la Canossa del leader massimo della Russia? Preoccupazione legittima per chi ha a cuore le sorti della pace religiosa. L’italiano è stato costretto, in questi anni di cattocomunismo, a un progressivo offuscamento di ogni fede, a un graduale restringimento della finestra dell’anima al punto da non sopportare più chi ha il coraggio di indignarsi per questioni religiose. Più vicino al vero è chi vede Putin come assertore di una pacificazione mondiale. Il fiore all’occhiello dell’Europa unita può essere annaffiato dal mito cristiano e da quello ortodosso.

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Mai come oggi nel mondo della politica, che si segnala ufficialmente per le “larghe intese”, tutti sono contro tutti dopo tante riverenza insincere.

Posto il principio che nella politica italiana bisogna a qualunque costo accanirsi contro un avversario scomodo, con Berlusconi si tenta qualsiasi strada. Putin considera Silvio uno statista di grandi proporzioni. In politica ci sono tipi di ricatto graduati secondo diverse finalità.

Rifondare la politica va bene, ma mai rinunciare a cariche e incarichi.

Da noi, il gioco della politica si rivela un mondo di uccelli e di vermi in lotta.

Da anni l’italiano non riesce più a sottrarsi all’incombenza di una inconcludente nomenclatura.

Impossibile non portare rancore verso chi muove le pedine dello scacchiere politico non rispettando le regole del gioco.

La verità è che la politica italiana si fonda sull’oblio dei problemi veri.

Se si denunciano continuamente le magagne con sanguigna schiettezza si finisce manichini della politica.

Nella miasmatica palude della politica, tutti i capi fanno sforzi sovrumani per tornare alla ribalta.

Il politico è sempre pronto al momento del riciclaggio, con qualche pentimento.

MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani