Prendendo le mosse da Zio Vanja di Čechov, Alice Spisa firma e dirige uno spettacolo che narra di un mondo sempre più improntato all’individualismo, in un’Italia arida e accecata dagli idoli.
L’uomo moderno combatte continuamente con la paura di perdere ciò che ha, quel poco che è tutto: la posizione sociale conquistata negli anni, la persona pubblica accettata e immutabile, il piccolo angolo di giardino coltivato con fatica, sudore e sacrificio.
Così è alla continua ricerca di un posto nel mondo in cui poter affermare la propria esistenza e spesso, fortunatamente, la flebile speranza che rimane vive nell’eredità morale: la casa d’infanzia.
In Veneto, in una grande azienda produttrice di vini ora trasformata in agriturismo, la vita operosa dei suoi abitanti è messa a soqquadro dal ritorno di Vittorio, luminare delle arti ed ex star del piccolo schermo, e di Elena, la sua enigmatica seconda moglie. Gli equilibri interni, costruiti a fatica nel corso di anni, vengono sconvolti e i non detti prendono corpo fino ad esplodere.
Nonostante il sogno di una pacifica vita ultraterrena sembri ormai utopico, le parole di Sofia, che tiene silenziosamente le redini della vicenda come testimone e custode, sembrano trovare uno spiraglio di speranza in un messaggio di cura, di attenzione e di dedizione verso l’altro, ricordando che salvare un singolo uomo è per certi versi come aver salvato l’umanità intera.
TEATRO ARGOT STUDIO
da giovedi 8 a sabato 17 novembre 2018
ZIO IVAN
adattamento e regia Alice Spisa
con Nicola Andretta, Amerigo Fontani, Aliosha Massine, Maria Chiara C. Pederzini, Marco Quaglia, Stefano Scialanga, Alice Spisa, Giulia Trippetta
scene e costumiDaniele Spisa
aiuto regiaAliosha Massine