LA TRAPPOLERIA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
LA TRAPPOLERIA

Diceva Oscar Wilde che “se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la storia sarebbe stata diversa”.

“Se asseriamo che il vero di ieri è il falso di oggi, oppure – citando Pascal – che nulla si vede di giusto e di ingiusto che non muti con il mutare del clima”.

Grazie ai diktat di magistrati faziosi hanno perso importanza, nella nostra società, i valori come giustizia, amicizia, tolleranza.

L’italiano è sempre stato storicamente incapace di dissentire. Si accontenta che si esaltino i principi scambiando l’esaltazione con la sublimità degli stessi; esattamente come durante il ventennio fascista.

L’italiano ha scoperto qualcosa di essenziale per la propria esistenza. Cioè questo: i partiti che hanno governato negli ultimi cinquant’anni hanno storicamente esaurito la propria forma di potere e che gli elettori non sanno più che cosa farsene di loro. Oggi Sergio Mattarella (nella foto) cerca di dar luogo a un riassetto politico sopportabile, invocando le istituzioni più sagge. Un’epoca è finita ma, probabilmente, non ne nascerà un’altra; si protrarrà, per la stampa, “l’agonia dell’indistruttibile”.

Burocrati della televisione e altri uomini “realistici” in genere non amano la narrativa per timore di quello che dice. Sotto ogni regime, sotto ogni costrizione autocratica o falsamente democratica, la presenza della narrativa è ostacolata. Mentre si espongono al successo e agli alti ascolti forme espressive del tutto neutre come la canzonetta.

Ci sono voluti oltre vent’anni perché i magistrati facessero scoppiare la Norimberga auspicata da Pasolini. Nello stesso articolo, lo scrittore rimprovera i comunisti di essere “veri democristiani”.

I “frangiflutti” – neologismo con il quale si indicano i maestri della repressione – sono sempre stati all’erta. Il loro compito è quello di impedire che un’opera letteraria sgradita a sinistra approdi alla conoscenza del pubblico. Una “cilecca” dei frangiflutti è stato il successo dello scrittore Giuseppe Berto, sfuggito alla vigilanza grazie a una diffusa e oggi, forse, un po’ invecchiata prefazione di Carlo Emilio Gadda.

MAURIZIO LIVERANI

Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli