LA VISITA INQUIETANTE

di MAURIZIO LIVERANI 

LA VISITA INQUIETANTE

C’è chi assicura che molto presto i conduttori degli show-odio saranno costretti a lasciare il video. L’attesa, pensiamo noi, durerà a lungo. I nuovi governanti li considerano pedine insignificanti dell’odio politico. Ciò che rimane sul video è una devozione grottesca per chi ci ha governato male prima dell’avvento dei gialloverdi. Gli italiani si sono assuefatti a questa indignazione televisiva; gli “anchormen” che avrebbero dovuto portare i cittadini a orientarsi a sinistra si sono rivelati inutili allo scopo, pur usando slogan e frasi fatte, cioè quello che le masse alla fin fine chiedono. Walter Veltroni, che è un praticone politico, ha avuto un incontro con la sindaca di Roma; si sono scambiati amichevoli auguri lasciandosi dietro una scia di supposizioni. Tutti attribuiscono all’ex sindaco una genialità michelangiolesca. Floris e compagni, che si attendono da loro cupe odissee, cullano speranze per il loro avvenire. La poltrona è salva. Un fatto insignificante assume, in questo momento,  il valore di una possibile intesa. Convinto di essere nato sotto il segno zodiacale giusto, Veltroni promette distensione. Questa è la novità.

Chi corre il rischio di scivolare nel discredito è Giuseppe Conte il quale ha chiesto un chiarimento ai suoi colleghi perché con i continui litigi e punzecchiature lui non intende continuare. L’”aggeggio televisivo” ha cercato di creare inciampi offrendo lo spunto per una riconciliazione all’interno del governo.

Vista dal di fuori, la politica sembra essere la terra promessa dell’infelicità e della cupezza, quella dove la tristezza deve essere maggiormente presente.

Mai come oggi nel mondo della politica, che si segnala ufficialmente per le “larghe intese”, tutti sono contro tutti, dopo tante irriverenze insincere.

Posto il principio che nella politica italiana bisogna a qualunque costo accanirsi contro un avversario scomodo, con Berlusconi si tenta qualsiasi strada.

La politica nel suo insieme amareggia la vita di tutti, intellettuali e non, con il suo comportamento verso chi non si adegua alle scelte conformiste.

Rifondare la politica va bene, ma mai rinunciare a cariche e incarichi.

Da anni, l’italiano non riesce più a sottrarsi all’incombenza di una inconcludente nomenclatura.

La verità è che la politica italiana si fonda sull’oblio dei problemi seri.

Se si denunciano continuamente le magagne con sanguigna schiettezza si finisce manichini della politica.

Il politico è sempre pronto al momento del riciclaggio, con qualche pentimento.

 MAURIZIO LIVERANI 

(Dai libri “Aforismi sospetti” e “Il regista rischia il posto” di Maurizio Liverani)