L’ANTIPOLITICA E I CATTIVI UMORI

di MAURIZIO LIVERANI
 

Il pericolo che sovrasta l’Italia, oltre all’aumento dell’antipolitica, è che si espanda la nausea della vita.

I partiti si rivelano molto più furbi; affidano la loro sopravvivenza all’antipolitica che, in realtà, li ha puntellati presentandosi come un antidoto apparente, necessario al perdurare dello “status quo” sovvenzionato da noi contribuenti.

La vera antipolitica si incentra nella grande astensione dal voto; segnale della stanchezza degli italiani che, per ora, è soltanto un venticello in attesa che un impetuoso tornado divelga vecchie incrostazioni politiche.

Soltanto all’idea di dare lustro al funerale di uno scrittore che non crede più a niente, la “politica” è presa dal panico. L’ostilità verso un autentico narratore si manifesta anche evitando i suoi funerali.

Da noi, il dire e il domandare finiscono per toccare punti delicati del mondo politico e intellettuale che si risente per qualsiasi appunto e riesce a far intervenire la sotterranea censura che impedisce ogni novità.

Gli “utili idioti” sono censurati sul nascere mentre prospettano timidi tentativi di confronti storici.

Oggi, il regno della burocrazia plebea, con capoccia molto astuti nel darsi lo sgambetto per ragioni di potere, rifiuta, anzi, censura persino gli aforismi.

L’intellettuale, come il politico, deve adattarsi a essere un simpatico struzzo con la coda ritta e la testa ficcata sotto terra.

La cultura di destra e di sinistra, spalleggiando i partiti, ha sottomesso agli imperativi tecnologici il grande regno della fantasia, del sogno e dell’inconscio.

Dopo l’antipolitica, dopo l’antipartito si avvicina il momento dell’eliminazione della democrazia?

MAURIZIO LIVERANI

(dal libro AFORISMI SOSPETTI di Maurizio Liverani)