FATEMELO DIRE
Il grave imbarazzo del Pd che procura agli ex comunisti sta nel fatto che l’”ideologia” non è più vista come una religione, come una fede che dà l’illusione a masse sempre più esigue di essere nata nel momento giusto; illusione di grande importanza per chi vuole asservirle. La commedia del comunismo sol dell’avvenire non è più inscenata; è da anni che non incanta più nessuno. Il fiasco elettorale di Zingaretti e compagni, a menti avvedute, doveva essere previsto. L’esibizionismo proletario non ha nulla di lussureggiante. Le nuove generazioni si sono affrancate dalla falce e martello da tempo. Sotto i viadotti dei nuovi capi ingombranti è esplosa la verità. Milioni di tesserati hanno intuito che il tornaconto dei lavoratori è affidato a una forza politica che ha molti difetti ma un pregio concreto: migliorare il tenore di vita degli italiani. I leader che si sono contesi la segreteria del Pd appartengono alla categoria degli “utili idioti”. Come si fa a cercare un Migliore e poi scegliere Zingaretti? La grande stampa non ha esitato a indicare nel nuovo segretario la prova che la funzione storica della sinistra estrema si va esaurendo. Il “vulcano” ideologico dei lavoratori è, come molti hanno previsto, Matteo Salvini. La formula per scegliere un capo è quella di Abramo Lincoln: “La democrazia non consiste nell’eleggere un capo, ma nel saperlo riconoscere”.
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Il fondatore dei fasci di combattimento resterebbe ancora nella testa degli italiani, incerti se approvarlo o no. Se la democrazia in questi anni non avesse rinnovato ripetutamente le ben note cilecche, questo rimpianto non sopravviverebbe.
Al voto alla libertà di pensiero i politici d’oggi hanno sostituito il voto all’arrivismo, distribuito in ogni formazione.
La dittatura politica è superflua. Una forma di dittatura sui poteri in tutti i campi: economico, finanziario, sociale ed educativo si cela dietro la promessa di palingenesi sempre rimandata.
Il riciclaggio della storia così come l’hanno concepito i partiti pur di sopravvivere, con gli scioperi, i sit-in, le sterili e infuocate polemiche, invece di proiettarci nel futuro ci restituisce al passato.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)