LE DONNE AL POTERE

di MAURIZIO LIVERANI

L’approdo dei piagnoni è chiaro: è la tenda piccolo borghese dei crepuscolari. Dei crepuscolari i moralisti hanno tutto il repertorio: il rimpianto dei buoni maestri e la poesia del bel tempo antico. Quando non sanno procurarseli vanno a cercarli nel cinema e negli spettacoli televisivi. Il decadimento dei costumi è roba vecchia, stantia. Pur di galleggiare sul dolore, sulla disperazione c’è sempre la donna. Le azioni delle maggiorate sono cadute in basso; la Lollobrigida, e mettiamoci anche la Marini, come prototipo della diva italiana resistono solo sulle copertine dei rotocalchi. Esclusa dai festeggiamenti per la musica lirica a Verona, la Lollo si è scovata un posticino in platea dopo essersi illusa di essere accolta in virtù dei suoi “lollò”. C’è una grande inversione di tendenza. Nel mondo dello spettacolo e dell’informazione vanno le magre; il modello potrebbe essere Nicole Kidman. La maggiorata ha fatto il suo tempo. A decretarne il declino è stata l’industria che produce cibo e creme dimagranti. Va detto che sul video, a notte fonda, le commentatrici politiche sono aggraziate, ma, soprattutto, preparate; tengono testa ai sapientoni che snocciolano i soliti temi destra e sinistra. Alcune, dai paesi arabi, rivelano una conoscenza approfondita dei luoghi e dei problemi di quelle contrade, porgendoli con tale grazia che stupisce l’ascoltatore. Insomma, nel Paese c’è un tale bisogno di cambiamento che al posto dei politici, inamovibili da sempre, si scovano intelligenti, colte signore veramente intrise di cognizioni al punto da indicare ormai una tendenza inarrestabile. Non è da escludere che alla prossima legislatura avremo un premier donna. I telecronisti hanno già il profilo politico delle parlamentari e delle ministre che presto primeggeranno. Siamo solidali con queste premesse. Grandi cuochi della politica decifrano nel sesso femminile, sulla scia di vari studi, una maggiore duttilità. Diplomatiche per natura, sanno affrontare grandi temi senza arrivare agli scontri cruenti che hanno accompagnato le legislature dove hanno prevalso gli uomini. Anche la Chiesa ne è in parte preoccupata; al mercatino del sacro, per le “combine” politiche è più adatto l’uomo, incline ai doppi giochi, al trasformismo e alla incoerenza. Non esistono quasi più garbati polemisti, prevalgono quelli inadatti a giostrare con le lance dell’umorismo; sembra sempre che traducano in ring di pugilato i luoghi del confronto. Se anche le donne, facciamo l’ipotesi, imboccassero questo andazzo, le dispute avrebbero comunque una loro grazia. Se questo divenisse il nuovo corso della politica, gli italiani, probabilmente, diverrebbero più preparati e più attenti, come se cercassero ancora nella politica quanto la politica non ha saputo dare, affidata alla conduzione maschile. Partiti “virili” nel giro di pochi mesi hanno dimezzato i consensi. Prendersela con il voto a perdere, con l’agonia della sinistra equivale a evitare parte del problema. Assistiamo a una ripresa di autorità e di prestigio della donna che alcuni studiosi avevano previsto. Che per anni le donne sia state pubblicizzate esclusivamente per le loro fattezze ha provocato una forma di disgusto. E’ un buon segno.

MAURIZIO LIVERANI