- di MAURIZIO LIVERANI
- LE FOGLIE MORTE
- C’è come un destino che conduce la vita dei partiti all’estremo delle loro prove; esausti, cercano la salvezza con stratagemmi per illudere i cittadini e far credere che stiamo entrando in un’epoca nuova. Il reddito di cittadinanza è sbandierato come un evento epocale. Anche Mussolini si è mosso con lo stile fulmineo di D’Annunzio al grido: “Su scuotetevi pigri nell’eterna siesta”. Le mode politiche, nate dalla necessità del cambiamento, lasciano il posto alle vecchie istituzioni. I rinnovatori sono, qui da noi, proprio per farci ridere. Mettono in scena sempre lo stesso spettacolo: L’Utopia. Un termine in gran uso dall’etimo semplice: dal greco “oy” = non, e “tòpos” = luogo. L’Utopia è un progetto non attuabile. “L’albero della libertà non potrebbe crescere se non fosse bagnato dal sangue dei re”. Era la fissazione di Bertrand Barère, chiamato l’Anacreonte della ghigliottina. Per sostenere la necessità della condanna a morte ripeteva: “Non ci sono che i morti che non tornano”; concetto che Stalin sposò immediatamente. Il solo valore che esiste in Italia è il ridicolo. Dall’aprile del ’45 la Resistenza è diventata la caricatura tragica degli ideali. Chi non partecipa ai festeggiamenti riceve dal Colle la consolazione patriottica. In questo Paese, che cerca faticosamente di uscire dalla gabbia ideologica, non è permesso proclamarsi liberali. Molti anni fa, quando il partito liberale era guidato da Giovanni Malagodi, venne lanciato uno slogan: “l’uomo libero è liberale”; per narcotizzare l’effetto i comunisti vi aggiunsero un’appendice sfottitoria: “l’uomo vegeto è vegetale”. L’inventore di questa postilla fu, d’allora, considerato il più spiritoso tra i giornalisti dell’”Unità”. “Il liberalismo – scrive Alberto Savinio in ‘Sorte dell’Europa’ – è vita senza fede cieca, senza credo unico, senza assiomi, né dogmi”. In Parlamento siedono politici che solo a sentir parlare di liberale avvertono il fastidio prodotto in bocca da un pezzo troppo grosso di gelato.
MAURIZIO LIVERANI