LEE MILLER, DONNA SIMBOLO NEL DOCUMENTARIO DI ALESSANDRO GARILLI
In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999, dal 25 novembre, andrà in onda (per 12 mesi) solo su Prime Video “Lee and Me” documentario scritto e diretto da Alessandro Garilli. Strutturato come un graphic novel in bianco e nero, “Lee and Me” è un viaggio nella vita di una donna (l’americana “Lee” Miller, nota modella, fotografa e fotoreporter del Novecento) che ha subito una violenza e di un uomo (il kosovaro Sami) che ha commesso un abuso. Due storie, distanti nello spazio e nel tempo, che però mostrano un doloroso punto di contatto e che si aprono in un dialogo attorno ad un tema duro, crudo (reso qui in modo più delicato anche grazie ai preziosi disegni di Michele e Federico Penco). La peculiarità dell’opera risiede nello scambio narrativo che avviene nel corso del documentario. Nella prima parte, infatti, la vita della musa americana (simbolo femminile di indipendenza ed emancipazione) è narrata da Sami e da altri sei sex offender (che, al pari del giovane kosovaro, sono tuttora detenuti in carcere). Le prove e le riprese di questa prima frazione sono state realizzate esclusivamente all’interno della prigione e sono frutto degli incontri avvenuti tra il regista e i narratori, sempre in presenza della psicologa e psicoterapeuta operante nella casa circondariale. Nella seconda parte, invece, la vicenda di Sami è raccontata dalla stessa Lee, ovvero dall’attrice Alice La Manna che nel film interpreta il ruolo dell’icona d’oltreoceano. “Raccontare la vita di una persona – specifica il regista Alessandro Garilli – richiede al narratore stesso un ascolto e l’essere disposti ad ascoltare è il punto di partenza per un dialogo. A ben vedere, dunque, Lee and Me è un dialogo, non solo fra carnefice e vittima, ma, in senso più generale, fra uomo e donna; tale dialogo (che supera la barriera temporale) si sviluppa con un duplice intento: da un lato favorire la redenzione di chi ha commesso un errore e dall’altro fornire alla vittima la possibilità di non sentirsi più un mero oggetto, ma di essere presa (finalmente) in considerazione come essere umano violato. Ciò è quanto si propone di fare oggi la giustizia riparativa, che considera il crimine, non solo come il superamento di una norma, ma principalmente come una violazione delle persone e delle relazioni interpersonali. L’idea alla base della scrittura del film parte, dunque, dal presupposto che per iniziare a scardinare l’orrenda ‘cultura dello stupro’ è necessario mostrare uomini che, pur essendosi macchiati di violenza nei confronti di donne, abbiano maturato un reale pentimento e siano pronti a svelarlo”. Durante tutto l’arco del documentario, le vicende di Lee Miller e di Sami sono attraversate dai commenti di Maria Rita Parsi (psicologa e psicoterapeuta, docente, saggista e scrittrice) che affronta i vari temi portando il pubblico nella mente di una bambina (o un bambino) che subisce un abuso e nell’animo di chi invece, “vampirizza una vita”, compiendo violenza sessuale. Ad impreziosire il progetto le interviste della Dott.ssa Cristina Matranga Direttore Generale ASL Roma 4, la Dott.ssa Fabiola Elia Esperto Ex Art. 80, Psicologa e Psicoterapeuta, la Prof.ssa Lucia Lolli Dirigente Liceo Vian di Bracciano e il Criminologo Forense Investigatore Dott. Gianluca Di Pietrantonio. Lee and Me è distribuito da Minerva Pictures, prodotto da Angelika Vision in collaborazione con Tutto per Amore Ugo Giorgio Bademer Onlus e Fondazione Conad , con il contributo del MIC. Opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e L’ Audiovisivo, in collaborazione con Associazione Culturale L’ Agone Nuovo e ICTA .