di Maurizio Liverani
“Il catechismo consiste – scriveva Ambrose Bierce nel ‘Dizionario del diavolo’ – in una scelta di indovinelli teologici in cui dubbi universali ed eterni vengono risolti con risposte limitate ed evasive”. Questo concetto gira per l’Italia, si installa in piccole piazze su un carrozzone dove un drappello di non credenti invita a “sbattezzarsi”. Con formule un po’ astruse un funzionario, ateista dichiarato, aiuta, chi si dichiara pronto, a “liberarsi” del battesimo. E’ un’operazione, per noi, sciocca con la quale un essere umano, senza avvertirvi nessuna vibrazione, riceve un attestato di ateismo. E’ un’azione un po’ buffa che da diverso tempo viene praticata dai propugnatori della lotta alla fede per ridiventare uomini “liberi” da ogni conflitto di coscienza. Il battesimo da speranza nel futuro è trattato da inganno. E’ singolare che la Chiesa non avverta come questa operazione, svolta dai neo ateisti, possa diventare un autentico pericolo che per ora si limita a essere un aiutino ai miscredenti. Il fondamento di questo fenomeno è rintracciabile in molte illustri opere che cancellano il soprannaturale, ad esempio lo “Zibaldone” di Giacomo Leopardi. Il cigno di Recanati considera la fede cagione della rovina di Roma. Idea comune a molti pensatori. Emil Cioran illustra lucidamente questo nichilismo in un libro poco conosciuto dal titolo “L’inconveniente di essere nati”. E’ un testo leggibilissimo, chiaro, sorretto soltanto da uno strenuo razionalismo, senza alcuna ostilità preconcetta. Cioran, assai famoso nel mondo, meno in Italia, è un grande demolitore sia dei postulati etici dell’antica Grecia sia di quelli cattolici. Non ricorre mai all’invettiva tranne che per i politici; riesce con lucidità a demolire il “corpo mostruoso” della società e della storia. Non si affida mai all’arbitrio, ma, costantemente, è avvinto alla storiografia reale. Ne escono male la religione cattolica, l’ellenismo, il rinascimento; persino la bellezza, che ammira, è trattata come una forma sontuosa di camuffare la verità. Di ogni epoca offre una scelta ampia e rappresentativa dove scopre il cammino della dissoluzione dell’universo. Il discorso sulle ideologie è chiaro. I rivoluzionari, per lo scrittore romeno, sono degli agitatori, dei distruttori nella fase preparatoria per la conquista del potere. Una volta conquistato, il loro non ha niente di nuovo rispetto a quello passato; anzi, ne ripete tutte le bassezze, le sopraffazioni, gli atti anti umanitari. Avendo una visione lucida e serena della storia dell’umanità non si inabissa mai nel cinismo. Il suo scopo è di liberare le menti da tutto il bagaglio delle illusioni. Punto per punto, svariando dalla religione alla politica, Cioran cerca di far riprendere corpo e sostanza alla verità. La sua conclusione, però, è sfiduciata. Se Leopardi ha operato una strage delle illusioni, Cioran, elencando tutti i misfatti prodotti dall’uomo attraverso millenni, intravvede un mondo felice soltanto a condizione che sia liberato dalla presenza degli umani. Si può essere non d’accordo con questa ecatombe che inghiotte ogni speranza, ma bisogna prendere atto che questa forma di catastrofismo si insinua sempre di più trovando soltanto flebili opposizioni, soprattutto nei centri delle reli
Maurizio Liverani